
Una passata manifestazione, oggi è l’80esimo anniversario della Liberazione
Coro di polemiche intorno alla decisione dell’amministrazione comunale, in seguito alle disposizioni del Governo legate al luto nazionale, di annullare i discorsi pubblici in piazza per il 25 Aprile, oltre che l’esibizione della Filarmonica e la visita al cimitero di guerra. Il sindaco non prenderà parola nel cerimoniale.
L’Anpi: "Esprimiamo il nostro dissenso per la scelta del sindaco Zuccarini di ridurre significativamente le celebrazioni di questa importante ricorrenza antifascista, i cui valori sono fondanti della Repubblica e della Costituzione, su cui il sindaco giura all’atto dell’insediamento. La ricorrenza della Liberazione è una festa nazionale e, in quanto tale, il primo cittadino ha il dovere di presenziare e partecipare attivamente, divenendo lui stesso il portatore dei sopracitati valori per trasmetterli a sua volta ai cittadini".
L’Anpi ricorda che la decisione è di "scegliere pretestuosamente di venir meno al proprio dovere di primo cittadino e di rappresentare adeguatamente la cittadinanza nelle sedi istituzionali". L’Anpi ribadisce la propria convinta presenza alle manifestazioni.
Il presidente di Aned Umbria (Associazione nazionale ex deportati dei lager), Malcom Angelucci, esprime "sorpresa e stupore" per la decisione del sindaco Zuccarini. "Il sacrificio di questi giovani è, come la lotta di tantissime donne e uomini antifascisti, il fondamento di un’Italia libera e democratica e delle sue istituzioni. Ci aspettiamo che un sindaco, in occasione del 25 Aprile e ancor più in occasione dell’80esimo anniversario della Liberazione, voglia e sappia sottolineare questo legame, e in questo senso parlare a chi tiene vivo nella memoria familiare e collettiva il coraggio di chi ci ha preceduti, e ci ha permesso di vivere in un paese democratico".
All’attacco anche i gruppi consiliari di minoranza: "La decisione di eliminare il tradizionale discorso in piazza da parte del sindaco non può passare inosservata, non può essere giustificata dal lutto nazionale proclamato per la morte di Papa Francesco, né tantomeno essere accettata con indifferenza. Riteniamo profondamente deplorevole che l’amministrazione comunale scelga di sottrarsi a questo dovere civile. Comprendiamo che ricordare la Resistenza possa essere scomodo per chi non ne riconosce appieno il valore, ma evitare il confronto con la storia non è altro che un segnale di debolezza. Il sindaco, scegliendo il silenzio, si è sottratto alla responsabilità di rappresentare tutta la comunità in un momento di memoria condivisa".