
L’abbazia di San Benedetto
Assisi, 12 marzo 2024 – L’abbazia di San Benedetto, sulla costa boschiva del monte Subasio, a pochi chilometri da Assisi, tornerà a vivere. Chiusa dopo il terremoto del 1997, dopo i lavori di ristrutturazione che ne sono seguiti, l’antichissima abbazia (risale al XI secolo, figura nell’affresco di Giotto "Il dono del mantello, nella Basilica superiore di San Francesco), di proprietà dei benedettini San Pietro di Assisi ma in gestione delle monache del monastero benedettino Sant’Anna di Bastia Umbra, sarà di nuovo accessibile ai visitatori entro questo mese: il 19 marzo, giorno di San Giuseppe, sarà affidata a un nuovo custode, Alberto Cisco, 53 anni, architetto, bolognese ma originario di Vicenza, prima insegnante poi dirigente pubblico per 14 anni, un lavoro che ha lasciato.
Vivrà insieme a Birba, il suo cane, e a Macchia, il suo gatto, pronto a far conoscere il luogo ai pellegrini e turisti vorranno condividere con lui la bellezza architettonica del luogo. "L’eremo è sempre stato nella mia testa, da anni coltivo questa idea – ha spiegato Cisco all’Ansa -. Mi sono licenziato e mi sono preso del tempo, un po’ obbligato da vicende private che mi hanno fatto molto soffrire". Poi le prime esperienze in ambito religioso. Poi conosce le monache di Bastia Umbra, in particolare l’abbadessa, suor Noemi Scarpa, che gli propone di essere quel custode che sta cercando da un po’ per non lasciare che il gioiello dell’Abbazia continui a restare chiuso.
Da gennaio scorso, insieme alle monache, è al lavoro per la riapertura, molto attesa anche dagli abitanti di Assisi; sono quindi in preparazione gli orari con cui tenere aperto l’eremo, i percorsi da fare, apporre segnaletiche, migliorare gli accessi. "Io accompagnerò nel giro chi lo vorrà, illustrando loro l’abbazia e i momenti storici che ha vissuto", spiega.