Nove anni di carcere. Una condanna esemplare per un reato orribile: l’uomo, cinquantenne, era accusato di aver abusato sessualmente di un bambino. Accusato e condannato, come detto. Con sentenza passata in giudicato e le porte del carcere che per lui si sono aperte a giugno 2023. La violenza, secondo quanto accertato dal tribunale di prima istanza, si è consumata nella casa (in un piccolo centro umbro) che il cinquantenne condivideva con la nonna del bambino, poco meno di sette anni all’epoca dei fatti, nell’estate 2017. Ma lui si è sempre professato innocente. Lo ha detto in tutte le sedi, a tutti, in più circostanze. E lo ha detto anche agli avvocati Nicodemo Gentile e Antonio Cozza, che hanno deciso di prendere in considerazione il suo caso che, ora, per decisione della Corte d’appello di Firenze, è stato riaperto. Dall’analisi della documentazione e dalle indagini difensive portate avanti dai due legali, è emerso che la verità potrebbe essere un’altra: il bimbetto avrebbe raccontato una bugia e poi, vista la reazione dei genitori quando hanno saputo quanto era accaduto e, in particolare, quella veemente del padre, non sarebbe stato capace di “tornare indietro“. E lo avrebbe confessato lui stesso, il bambino, tempo dopo, alla sorella, in due occasioni distinte. Nel primo caso lei riferisce alla nonna, in un vocale inviato tramite whatsapp, il racconto della “bugia“ detta dal fratello e nel secondo caso è lui in prima persona, in un video (ripreso a sua insaputa dalla sorella di poco più grande), che dice di "averlo sognato", che era solo un bambino quando lo aveva detto e che non era vero. "Affermazioni deflagranti – le definscono i legali – destinate a rimettere in discussione la sentenza e a portare alla luce, a distanza di anni, di un processo, di una condanna pesantissima, la verità dei fatti e a disvelare il castello di bugie creato dalla fantasia di un bambino probabilmente in cerca di qualche attenzione da parte dei familiari che ha però distrutto l’esistenza del nostro assistito".
Un uomo, che non ha mai avuto, prima di questa occasione, problemi con la giustizia, "con una vita dedicata al lavoro e al rispetto delle regole", dicono gli avvocati Gentile e Cozza. I legali nell’istanza di revisione (con richiesta di sospensione dell’esecuzione della pena) presentata alla Sezione penale della Corte d’appello di Firenze, hanno sottolineato, tra l’altro, come il cinquantenne non "abbia usufruito di una difesa tecnica" e che "a seguito dello studio accurato delle carte" e dalle successive indagini difensive hanno maturato il convincimento "che la verità processuale affermata con la sentenza non fosse conforme alla verità storica". Tanto da rivolgersi alla Corte d’Appello i cui giudici hanno accolto l’istanza di revisione decidendo di voler riascoltare, con tutte le tutele e le precauzioni del caso, il bambino e sua sorella. E i giudici hanno deciso che il cinquantenne lasciasse il carcere: ora è ai domiciliari. In attesa del nuovo capitolo della sua vicenda giudiziaria.
AnnA