stefano cinaglia
Cronaca

Rincari di energia e materie prime, a Terni l'area a caldo di Ast riapre a metà

Dopo la fermata estiva riattivata solo una linea su due. Non scatta la cassa integrazione: lavoratori impiegati in formazione

Un reparto delle acciaierie ternane

Terni, 31 agosto 2022 Dopo la fermata estiva, che termina oggi, riapre per ora solo una delle due linee produttive dell'area a caldo di Acciai Speciali Terni. L'azienda, presieduta dal cavalier Giovanni Arvedi, non attiverà comunque la cassa integrazione.

I lavoratori interessati dal fermo produttivo saranno impegnati in attività di formazione o dislocati in altri impianti. La scelta di riaprire a metà l'area a caldo è dovuta ai clamorosi rincari non solo dell'energia ma anche del rottame e in genere delle materie prime, nichel, cromo e molibdeno.   

Le rsu  avevano chiesto delucidazioni sui volumi produttivi di settembre, dopo che il management del gruppo Arvedi aveva  dapprima convocato e poi rinviato un incontro con le organizzazioni sindacali per discutere degli aggiornamenti sulle prospettive produttive dell'Acciaieria, proprio in base all'impennata dei costi. 

La produzione di  settembre è stimata in 88mila tonnellate di acciaio fuso. La situazione rimane in evoluzione: non è escluso infatti che l'area a caldo  possa tornare a marciare a breve a pieno regime. Qualche stop è previsto anche in un paio di impianti dell'area a freddo.