Addio a don Cesare Provenzi. Parroco sempre tra la gente

Assisi: città in lutto per la scomparsa, a 62 anni, dell’amatissimo sacerdote appassionato del Calendimaggio. Il sindaco: "Dolore indicibile. Siamo più soli".

Addio a don Cesare Provenzi. Parroco sempre tra la gente

Don Cesare Provenzi era parroco della cattedrale di San Rufino da vent’anni

Con la tenacia, la tempra e il temperamento che lo hanno sempre contraddistinto don Cesare Provenzi, bergamasco, ha lottato a lungo dal male che lo aveva colpito e che, negli ultimi mesi, lo aveva riaggredito con violenza. L’altro pomeriggio la morte, a 62 anni, accolta con emozione e dolore in Assisi e nel territorio, pronti per l’ultimo saluto lunedì alle 10 in Duomo, rito officiato dal vescovo Domenico Sorrentino. Don Cesare, sacerdote dal 1995, era parroco della cattedrale di San Rufino da venti anni (in precedenza lo era stato di Torchiagina e San Gregorio oltre ad aver ricoperto l’incarico di segretario personale del vescovo monsignor Goretti) e, con il suo arrivo, aveva portato una ventata di novità, disponibilità e intraprendenza apprezzata dalla gente: dai credenti e da coloro che ‘non erano buoni’ clienti, come scherzosamente diceva. Impegno pastorale alla guida della parrocchia, dunque, ma anche tanti incarichi: vicario foraneo del vicariato di Assisi, Canonico della cattedrale, presidente della Fondazione San Rufino e Rinaldo, vicario episcopale per l’Economia, parroco di San Vitale, Santa Maria di Lignano, Porziano e Costa di Trex, presidente della Fondazione diocesana Assisi-Caritas e della Fondazione Assisi-Santuario della Spogliazione. Sempre vicino alla gente, alla citta (un amico, un padre, come non ricordarlo ai tempi del Covid), ai bambini, per loro aveva realizzato il campetto nell’orto del Duomo. Con occhio attento alla parte ‘alta’ della città, puntando al rilancio del polo culturale della Cattedrale, dal museo al campanile visitabile, dell’archivio e della biblioteca vescovile. Alla zona intorno al Duomo lo legava anche la passione per la Nobilissima Parte de Sopra i cui successi nel Calendimaggio salutava con il suono a festa delle campane nel cuore della notte. "La perdita del nostro don Cesare è un dolore indicibile – afferma il sindaco Stefania Proietti –: era un punto di riferimento per tutti, aveva un legame profondo con la città e gli assisani. Intensa e commovente ci appare oggi la sua dedizione ai giovani e la sua attività a favore del Calendimaggio. Ci sentiamo smarriti e più soli".

Maurizio Baglioni