Il grembiule con lo scudetto rosso e il Grifo, le firme di tutti i compagni di classe. La cuffia da piscina. Le rose. La bara bianca di Gioele, morto cadendo dal terrazzo al terzo piano della casa dei nonni, rimane a lungo sul sagrato della chiesa di San Pio da Pietralcina, a Castel del Piano. In tanti lo salutano tra gli applausi e i palloncini che vengono lasciati volare via. Ci sono le tute rosse della sua Libertas Rari Nantes, quelle dei giovani calciatori del Castel del Piano, dove gioco il fratellino. Ci sono i ragazzi dell’oratorio, i suoi compagni di classe
della VA.
Gli hanno dedicato una lettera, l’ha letta, tra la commozione, una delle sue maestre. Gioele che voleva nuotare e che di tempo, ha ricordato il parroco, non ne voleva perdere, soprattuto quando si trattava di entrare in vasca: "Vado e vinco". Il sorriso sul suo viso di bambino di 10 anni, tragicamente scomparso lunedì scorso. Il sorriso, ha ricordato anche il sacerdote che ha officiato la messa, che solo pochi giorni fa aveva visto allargarsi sul volto quando, entrando nella sala per il catechismo, Gioele lo aveva guardato: "Siamo solo in due, ma io ci sono eh".
Un migliaio di persone ha gremito la chiesa e il sagrato per l’ultimo saluto al bambino, un lungo applauso ha accolto il feretro all’uscita dalla chiesa, i palloncini bianchi e azzurri volati in aria hanno dato l’ultimo saluto al piccolo che tra pochi giorni avrebbe dovuto gareggiare insieme ai compagni di squadra. Una gara che non si farà più. Ieri la piscina dove si allenava è rimasta chiusa in segno di lutto. Alle esequie hanno partecipato anche la sindaca Vittoria Ferdinandi e la presidente del consiglio comunale Elena Ranfa, il questore Fausto Lamparelli e una nutrita rappresentanza di uomini della questura, dove il nonno materno ha prestato servizio fino alla pensione. Perugia piange il piccolo Giole, resta il suo sorriso, balsamo per lenire un dolore così grande.
elleffe