Addio a Stefano Cipiciani, l'operaio della cultura che ha dedicato la vita al teatro

Il mondo del teatro piange la scomparsa di Stefano Cipiciani, storico presidente e direttore artistico di Fontemaggiore. L'uomo, che ha dedicato oltre 40 anni alla sua passione, è stato ricordato come un operaio della cultura e un sostenitore delle giovani generazioni di artisti. I funerali si terranno lunedì a Perugia.

Ha consacrato la sua vita al teatro che ha amato in ogni forma ed espressione. Il mondo della cultura piange la scomparsa di Stefano Cipiciani, avvenuta ieri mattina a Perugia, all’età di 65 anni. Storico presidente e direttore artistico di Fontemaggiore, era da poco andato in pensione dopo oltre 40 anni di attività nel Centro di produzione teatrale, oltre che essere stato uno degli artefici del Premio “Scenario“, di cui per anni è stato presidente.

"In teatro – scrive con dolore e affetto la “sua“ Fontemaggiore – Stefano ha vissuto molte vite: attore, regista, macchinista, tecnico, scenografo, direttore artistico e presidente. Credeva che lavorare in teatro, in qualunque veste, fosse la cosa migliore che possa capitare nella vita. E per questo amava definirsi operaio prima di tutto. Un operaio della cultura che mancherà tantissimo a tutti". i funerali si terranno lunedì alle 10 nella Chiesa di San Giovanni Paolo II a Ponte della Pietra. "Stanno arrivando messaggi e testimonianze di dolore da tutta Italia – dice commossa Beatrice Ripoli, attuale direttrice di Fontemaggiore –, Stefano era veramente un uomo di teatro, la sua passione e la sua umanità erano contagiose, con lui sono cresciuto tantissimi artisti autorevoli, ai quali ha dato l’opportunità di salire su un palco quando erano agli inizi". Ieri sera Cipiciani è stato ricordato al Subasio di Spello (teatro che ha diretto per anni e che considerava casa) in occasione dello spettacolo “Raffaello“.

L’amministrazione comunale di Perugia esprime "vivo e profondo cordoglio per la sua scomparsa", il Teatro Stabile dell’Umbria lo ricorda "uomo di teatro e di grandi visioni. Con il suo carattere forte e appassionato, sensibile sostenitore delle giovani generazioni e dei nuovi talenti, ha segnato un’epoca culturale regionale e nazionale", Dolore dal TeC-Teatro al Centro per "un artista che ha dedicato la vita alla cultura e ha impreziosito per anni con la sua illuminata attività il Teatro Clitunno di Trevi".

Sui social si moltiplicano i ricordi, il dolore, i saluti di addio di attori, registi, operatori culturali. Il Premio Scenario ricorda "il suo fondatore, poi presidente, sempre ispiratore e protagonista di una ostinata “scommessa sul futuro delle giovani generazioni di artisti”. Ci ha donato generosità, passione, una visione sapiente e mai accomodante, la capacità di leggere nelle pieghe più fertili delle cose, e di crederci fino in fondo". L’attore perugino Francesco Bolo Rossini lo ha conosciuto a metà degli anni 80 quando, ragazzino, faceva le prime esperienze teatrali. "“Cip“ era ovunque e ha continuato a vivere il Teatro con lo stesso spirito: spendendo tutto di sé, senza chiedere indietro il resto in spiccioli".

Sofia Coletti