La richiesta di un passaggio in auto o la proposta di andarsene in un luogo isolato per consumare un rapporto sessuale. Poi, una volta lontano da occhi indiscreti, l’aggressione anche particolarmente violenta. Per impossessarsi dei soldi e poi scappare insieme al complice che, al momento giusto, sbucava dal niente, con in mano un bastone o con una torcia da “sparare“ in faccia al malcapitato per disorientarlo e impedire qualunque reazione. La coppia delle estorsioni ai danni degli automobilisti, secondo le indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Perugia e portate avanti dalla squadra mobile, sarebbe composta da una 27enne peruviana e da un 72enne perugino. Nei loro confronti, l’ufficio guidato da Raffaele Cantone, ha chiesto e ottenuto dal gip due misure cautelari, in carcere per la giovane donna, ai domiciliari per l’uomo. Ci sarebbe anche un complice, al momento sconosciuto, sulle cui tracce sono ancora gli investigatori. A indirizzarli verso i due indagati, secondo quanto riferito dalla Procura, sarebbero stati gli elementi emersi in seguito a un colpo messo a segno a Ponte San Giovanni, lo scorso luglio. In questo caso, con la scusa di un passaggio, la donna avrebbe condotto l’automobilista in un parcheggio isolato dove ad attenderli ci sarebbe stato il 72enne. Che si sarebbe presentato brandendo un bastone.
Nella confusione, la vittima sarebbe stata aggredita dalla donna che avrebbe preso anche il borsello per poi allontanarsi con il complice. I successivi approfondimenti avrebbero portato gli inquirenti ad attribuire alla coppia la responsabilità anche in altri sei episodi del tutto simili. Episodi che si sono verificati in via della Pallotta il 26 giugno, in via Leonardo da Vinci il 12 luglio, in via della Pallotta ancora, il 14 luglio, il 17 in via dei Filosofi, il 15 agosto, di pomeriggio, in strada dei Ferrini e il 6 settembre, nuovamente di pomeriggio, in via Settavalli. Quest’ultimo episodio, oltre ad essersi consumato in una delle strade più transitate della città, è avvenuto di fronte a molti testimoni. La vittima, nel tentativo di opporsi alla rapina, come riferito, era stata presa a calci e pugni i mezzo alla strada. Aveva riportato lesioni giudicate guaribili in 40 giorni. Di fronte alla ritenuta pericolosità della donna e al rischio di reiterazione del reato, la Procura aveva chiesto la custodia in carcere, concessa solo per la 27enne, che ora si trova nella casa circondariale di Capanne.