REDAZIONE UMBRIA

Adolescenti tra verità e finzione

Da Pirandello al cantante Mengoni: "Quello che presentiamo all’esterno è la recita di un ruolo"

"Imparerai a tue spese che nel lungo tragitto della vita incontrerai tante maschere e pochi volti": questa frase che Pirandello scrive nel romanzo “Uno, Nessuno e Centomila”, ci ha colpito e fatto riflettere. Lo scrittore siciliano usa la metafora delle “maschere”, spiegando come l’uomo si nasconde dietro ad esse: un velo che permette di nascondere agli altri la propria personalità. Pensa che ogni individuo non si mostri mai per quello che è: tutti assumono più di una maschera che li rende personaggi finti.

La maschera per lui non è altro che un imbroglio, un adattamento al contesto sociale. Ma è attuale, questa interpretazione? "Oggi la gente ti giudica per quale immagine hai, vede soltanto le maschere e non sa nemmeno chi sei", è una frase dalla canzone “Esseri Umani”, di Marco Mengoni, che tanti di noi conoscono a memoria. Questa frase non solo ricorda molto Pirandello, ma rappresenta una verità: quello che presentiamo al mondo, è spesso solo una maschera, una immagine che rappresenta il lato esteriore mentre quello interiore resta nascosto. Spesso ci convinciamo di essere ciò che vorremmo, e facciamo di tutto per convincere anche gli altri, ma in realtà recitiamo un ruolo che non ci appartiene. A volte indossiamo queste maschere per nascondere ciò di cui ci vergogniamo: essere diversi è una delle paure più frequenti. A parere nostro, sapere chi siamo è alla base della vita personale, senza per forza adeguarsi agli stereotipi esterni. Abbiamo scelto questo argomento perché pensiamo che, soprattutto alla nostra età, avremmo bisogno di mostrarci per quello che siamo per poterci accettare di più.

I lavori che abbiamo fatto in classe ce l’hanno mostrato: abbiamo disegnato tutti la nostra “maschera” e il nostro vero volto, e i risultati che abbiamo avuto sono stati tutti molto simili tra loro: tutti abbiamo una maschera positiva, allegra e “leggera”, ma dentro siamo più tristi, a volte sofferenti. Abbiamo capito che in tutti ci sono delle fragilità, e che criticare gli altri per quello che sono veramente è una cosa ingenua, se i problemi che abbiamo sono simili. Certo, una maschera è anche una protezione e tutti hanno diritto di proteggersi da ciò che può ferire, ma il rischio è di sentirsi meno liberi…Lo vediamo anche oggi con le mascherine: ci proteggono dal Covid, ma quanto vorremmo liberarcene! Tutto è destinato a cedere prima o poi, così anche la nostra “maschera”, alla fine, inizierà a rompersi. La vera sfida forse è essere pronti a lasciarla andare per essere veri con se stessi e con gli altri.