Perugia, 24 dicembre 2024 – Un detenuto accompagnato al pronto soccorso dell'ospedale di Perugia per la cure delle ferite che si era imposto nella casa circondariale rompendo una ceramica, ha dato in escandescenza, tentando la fuga, aggredendo il personale di polizia di scorta e tentando di distruggere tutto ciò che lo circondava.
Lo denuncia il segretario umbro del Sindacato autonomo polizia penitenziaria, Fabrizio Bonino. "Quel che è successo - commenta - è di inaudita gravità ed è la conseguenza dello scellerato smantellamento delle politiche di sicurezza delle carceri attuato nel passato, che vede sempre maggiori ricorsi a visite in strutture ospedaliere esterne nonostante buona parte delle carceri abbiano Centri diagnostici terapeutici ed infermerie all'altezza con personale medico e paramedico adeguato. E' grave che il personale non abbia potuto disporre del prezioso ausilio delle Centrali operative regionali che sono state assurdamente soppresse, sempre nella logica di depotenziare un Corpo di polizia dello Stato quale è la polizia penitenziaria, per ridurre la nostra istituzione ad unità di supporto ai detenuti e alle politiche trattamentali secondo le indicazioni del Garante dei detenuti. Riteniamo che sia necessario rivedere il sistema sanitario: a nostro avviso riteniamo una certa facilità d'invio di detenuti verso le strutture sanitarie pubbliche".
"Sono stati momenti di grande tensione e pericolo, gestiti però con grande coraggio e professionalità dai poliziotti penitenziari", aggiunge in una nota del sindacato Donato Capece, segretario generale del Sappe.
"L'evento è stato particolarmente critico perché posto in essere in un ospedale frequentato, oltre che da altri ricoverati, anche dai relativi familiari ma è stato gestito al meglio dalla polizia penitenziaria, che paga pesantemente in termini di stress e operatività questi gravi e continui episodi critici. Aggressioni, colluttazioni, ferimenti contro il personale, così come le risse ed i tentati suicidi, sono purtroppo all'ordine del giorno. È per noi importante e urgente prevedere un nuovo modello custodiale. È necessario intervenire con urgenza per fronteggiare le costanti criticità penitenziarie campane".
Capece denuncia infine "le quotidiane difficoltà operative con cui si confrontano quotidianamente le unità di polizia penitenziaria in servizio nelle carceri" e torna a denunciare "il quotidiano e sistematico ricorso alle visite mediche in ospedali e centri medici fuori dal carcere, con contestuale massiccio impiego di personale di scorta appartenente alla polizia penitenziaria, per la diffusa presenza di patologie tra i detenuti". E proprio per questo, per il Sappe "è stato un errore abolire la sanità penitenziaria e delegare tutto alle Asl".