
La Giornata mondiale contro l’Aids celebrata ieri, forse un po’ in sordina vista la pandemia da Covid 19 ad Umbertide assume un significato tutto particolare. Presso l’ospedale cittadino, diretto dal dottor Marino Cordellini, è infatti attivo l’unico centro nazionale per il trattamento di patologie derivanti dagli effetti collaterali delle cure destinate a questa gravissima malattia, capace di lasciare strascichi dolorosi a livello fisico e psicologico.
Gli effetti collaterali delle cure sono i più diversi: tra questi una grossa quantità di tessuto fibro-adiposo che si accumula in varie parti del corpo (di frequente che è a livello della parete posteriore del collo); un’ atrofia grave dei muscoli e dei tessuti molli sottocutanei, come ad esempio del viso e poi altre alterazioni corporee che modificano profondamente l’aspetto fisico dei pazienti. Visi scavati, deformati, sofferenti che immediatamente rimandano all’Aids.
"La specialità del nosocomio umbertidese in questo particolare settore, ormai da cinque anni a questa parte - afferma il Comune in una nota - è la chirurgia ricostruttiva".
La nota dell’ente rimarca: "Non si tratta di chirurgia meramente estetica, ma un di interventi condotti in maniera multidisciplinare, in collegamento con i reparti di malattie infettive della nostra regione e di tutto il territorio nazionale".
La percentuale di pazienti che arriva nel centro umbertidese da altre regioni è di circa il 97%. I casi trattati negli ultimi cinque anni sono quantizzabili in circa 750.
"Da encomiare - continua il Comune - il personale medico e paramedico che gestisce questo percorso con enorme altruismo, Basti pensare ad esempio che, in caso di ferita accidentale con materiale infetto, gli operatori si devono sottoporre a terapie profilattiche pesantissime come quelle attuate in caso di Aids conclamato. Nonostante questo nessuno si è mai tirato indietro".
Interessante tutta una serie di dati: in Umbria si segnalano circa 50 nuovi casi l’anno, dato allineato con quello nazionale, che vede malati l’85,6 % di maschi rispetto al 14,5% di femmine. La fascia di età più colpita è quella tra i 25 e 29 anni, segue poi la fascia 30-39 anni.
La causa di contagio è attribuibile per il 80,2 per cento di tutte le segnalazioni a rapporti sessuali non protetti, in particolare nel 41,2 si tratta di rapporti eterosessuali.