SUSI FELCETI
Cronaca

Alla scoperta di Todi tra codici e manoscritti

L’iniziativa di Lions Club e Comune per promuovere la conoscenza della città. Un antico tesoro conservato nei sotterranei del convento di San Fortunato.

I manoscritti più antichi risalgono alla prima metà del XII secolo; poi ci sono. opere di Aristotele, una rara copia del Timeo di Platone, volumi di autori della patristica e della scolastica medievale

I manoscritti più antichi risalgono alla prima metà del XII secolo; poi ci sono. opere di Aristotele, una rara copia del Timeo di Platone, volumi di autori della patristica e della scolastica medievale

Nuova tappa, sabato 15, di “4 Passi per Todi“, l’iniziativa promossa da Lions Club e Comune, ogni terzo sabato del mese, aperta a turisti e tuderti per promuovere la conoscenza della città. Dopo chiese nascoste, monasteri e palazzi nobiliari, stavolta è il turno dei tesori, quali codici, manoscritti e incunaboli, conservati nella biblioteca comunale ospitata nei sotterranei dell’antico convento di San Fortunato.

Il fondo manoscritti è costituito da circa 300 codici, per la maggior parte in pergamena con eleganti miniature su fondo blu e oro. Il patrimonio, messo insieme dai Francescani, comprende codici di filosofia, teologia e scienza naturale. I manoscritti più antichi risalgono alla prima metà del XII secolo e sono i Moralia in Iob di Gregorio Magno.

Il primo nucleo librario identificabile è dovuto alla donazione del Cardinale Matteo d’Acquasparta, già ministro generale dell’Ordine dei frati Minori e maestro di teologia, che donò la sua biblioteca per metà al convento di Assisi e per l’altra metà al convento di S. Fortunato di Todi.

Tra gli altri manoscritti importanti figurano le opere di Aristotele, una rara copia del Timeo di Platone, volumi di autori della patristica e della scolastica medievale, tra cui Bonaventura e Tommaso d’Aquino. La Biblioteca comunale conserva, inoltre, 66 incunaboli realizzati con la tecnica di impressione a caratteri mobili. Pubblicati tra il 1460 ed il 1490, i 66 incunaboli aiutano a comprendere lo sviluppo della cultura nel XV secolo a Todi e, nello specifico, all’interno dello Studium del convento francescano di San Fortunato.