
Altri genitori: "Mariotti, no alla settimana corta"
PERUGIA - Continuano le proteste al liceo classico Mariotti per la decisione di abolire il sabato dal calendario scolastico e concentrare le lezioni dal lunedì al venerdì. Alle rimostranze contenute nella lettera pubblicata ieri dal nostro giornale e firmata da 170 persone, ci sono anche quelle di molte famiglie e molti studenti che abitano lontano da Perugia e che con quegli orari – uscita alle 14 tutti i giorni e alle 15 due volte a settimana per chi ha il ‘potenziamento’ – incontrerebbero ulteriori difficoltà alle tante che già affrontano ogni giorno per la scomodità degli orari dei mezzi pubblici. "Vorrei ricordare – fa notare il genitore di uno studente – che al Mariotti esiste già una sezione ad indirizzo musicale che prevede un orario che si prolunga su diversi pomeriggi. E quindi con l’abolizione del sabato alcuni studenti si ritroverebbero a scuola fino a tardo pomeriggio. Il tutto a scapito non solo di una sana alimentazione (nella scuola c’è solo un distributore automatico di merendine e bibite, ndr) ma anche di ritmi corretti di riposo e impegno e quelli in attività sportive e tempi per lo studio. La scelta di abolizione del sabato -ribadisce - ha vantaggi solo economici, non è certo a favore dei ragazzi". Riflessione ribadita dalla madre di una studentessa: "Mia figlia vive nella zona del Trasimeno ed è già costretta ad orari assurdi – racconta una mamma al cronista – con la scelta dell’abolizione del sabato e del prolungamento degli orari, rischierebbe di non avere mezzi a disposizione, dato che le altre scuole hanno orari diversi e immagino che non verranno create corse ad hoc, visti i tagli continui sui mezzi pubblici che sta facendo la Regione". Discorso identico per altri genitori che hanno i figli che abitano nella zona nord del capoluogo: da Ponte Felcino fino a Solfagnano-Resina gli autobus si contano sulle dita di una mano.