LUCA FIORUCCI
Cronaca

Amanda, condanna confermata. Tre anni per la calunnia a Lumumba

Sentenza definitiva della Cassazione: lo accusò ingiustamente dell’omicidio di Meredith . Lei dagli Usa: "Delusa e amareggiata". Il legale del musicista: "Patrick seconda vittima dopo la ragazza".

Amanda Knox calunniò Patrick Lumumba. La Corte di Cassazione conferma la decisione della Corte d’assise d’appello di Firenze, facendo diventare definitiva la condanna dell’americana per aver accusato il musicista congolese, nel 2007 suo datore di lavoro, per la morte di Meredith Kercher. La ragazza inglese fu uccisa la sera del primo novembre 2007 nella stanza della sua casa da studentessa fuorisede, ai piedi del centro storico di Perugia. Per l’omicidio (in concorso) fu condannato Rudy Guede, che è uscito dal carcere dopo 13 dei 16 anni di condanna, mentre la stessa Knox e Raffaele Sollecito, dopo un decennio di processi con esiti alterni, sono stati assolti definitivamente. Sempre condannata Amanda per la sola contestazione della calunnia, a tre anni già scontati. Condanna che soddisfa, "per il lavoro svolto in tutti questi anni e per la verità", la difesa di Patrick Lumumba, che il suo avvocato, Carlo Pacelli, non esita a definire la seconda vittima di questa vicenda perché, accusato ingiustamente, ha praticamente perso tutto e "da Amanda Knox nessun tipo di risarcimento, ma neanche le scuse". "Sono molto soddisfatto perché Amanda ha sbagliato e questa condanna la deve accompagnare per tutta la vita. Me lo sentivo e saluto con grande onore la giustizia italiana" ha commentato Lumumba che ora vive in Polonia, paese di origine della moglie. Ieri mattina era in aula per il processo, poi nel pomeriggio aveva fatto ritorno a Perugia, dove ha atteso l’esito. Per l’avvocato Francesco Maresca, che assiste i familiari di Mez, la sentenza restituisce il paradosso di due sentenze ritenute in conflitto: l’assoluzione per l’omicidio e la condanna per la calunnia. In sostanza, "per quale motivo Knox avrebbe calunniato Lumumba"?. "Una sentenza totalmente confliggente con quella di assoluzione per il delitto" ha aggiunto, per poi ribadire: "La calunnia significa imputare un’accusa, di omicidio, a una persona sapendola innocente. Perché? Resta l’amaro in bocca alla famiglia e a chi ha lavorato per la verità". Si dicono "increduli" gli avvocati di Amanda che, sul suo profilo X era tornata a respingere l’accusa di essere una calunniatrice. "È una sentenza totalmente inaspettata per noi e ingiusta per Amanda. Leggeremo le motivazioni", affermano gli avvocati Luca Luparia Donati e Carlo Dalla Vedova. A un nuovo processo per la sola contestazione della calunnia si era arrivati dopo il pronunciamento della Corte europea dei diritti dell’uomo che aveva riconosciuto le violazioni dei diritti di difesa subiti da Knox nel corso dell’interrogatorio della notte tra il 5 e il 6 novembre 2007 quando, dopo le accuse a Lumumba, scattarono i fermi.