Perugia, 24 gennaio 2019 - La Corte Europea dei Diritti dell'Uomo ha condannato l'Italia a versare 10.400 euro ad Amanda Knox a titolo di risarcimento di danni morali, più 8mila euro per le spese legali. La sentenza riguarda il caso che vede opposti la cittadina statunitense allo Stato italiano e che concerne la procedura con cui la giustizia italiana è arrivata a condannare la Knox per calunnia.
Durante un interrogatorio avvenuto il 6 novembre 2007, la donna ha accusato Patrick Lumumba, cittadino congolese che lavorava all'epoca dei fatti in un bar di Perugia, di aver ucciso Meredith Kercher, studentessa britannica coinquilina della Knox. L'uomo è stato successivamente assolto e la Knox è stata condannata a tre anni di reclusione per calunnia, ricorda la Corte.
La Knox ha accolto in lacrime la decisione di Strasburgo: «Spero che sia l'ultima vicenda giudiziaria legata a questa storia...». Amanda Knox è ora a Seattle con il suo fidanzato. «Sono sollevata - ha detto al suo legale - perché è stato confermato che sono stati violati i miei diritti di difesa. Sono stata interrogata per 53 ore nell'arco di cinque giorni, senza un avvocato, in una lingua che capivo forse come un bambino di dieci anni. Quando ho detto alla polizia che non avevo idea di chi avesse ucciso Meredith, sono stato schiaffeggiata nella parte posteriore della testa e mi hanno detto 'Ricorda!'».
«È una decisione importante. È stato infatti affermato il principio che è stato violato il diritto di difesa di Amanda Knox»: lo ha detto uno dei suoi difensori, l'avvocato Luciano Ghirga. Il legale ha espresso «soddisfazione» per la decisione di Strasburgo.