Sarà discusso oggi, dalla quinta sezione della Corte di Cassazione, il ricorso con il quale Amanda Knox chiede di essere assolta dall’accusa di calunnia nei confronti di Patrick Lumumba, che la giovane americana accusò di aver ucciso Meredith Kercher. Amanda Knox, dopo una vicenda giudiziaria durata dieci anni, insieme a Raffaele Sollecito, è stata definitivamente riconosciuta estranea allo stesso delitto, avvenuto a Perugia la notte dell’1 novembre 2007.
Anche quella per calunnia è diventata definitiva, ma l’americana l’ha impugnata facendo leva sulla decisione a lei favorevole della Corte europea dei diritti dell’uomo, che ha riconosciuto la violazione di diritti di difesa, e di un nuovo articolo introdotto nel codice di procedura penale con la riforma Cartabia. L’istanza verrà esaminata in camera di consiglio e in forma "non partecipata".
Memorie e documenti sono stati già inviati alla Corte e nessuno degli interessati sarà presente in aula.
La decisione verrà comunicata alle parti con una posta elettronica certificata tra la serata di giovedì e venerdì. La procura generale presso la Cassazione ha intanto chiesto il rigetto del ricorso, sostenendo che la giurisprudenza italiana sia "più forte" della decisione presa in sede europea.
Costituito nel giudizio anche Lumumba, con l’avvocato Carlo Pacelli. L’ex datore di lavoro di Amanda chiede che l’istanza venga respinta.
I giudici della Cassazione potranno decidere di confermare la condanna per calunnia (già scontata con i quasi quattro anni passati in cella per l’omicidio Kercher al quale si è sempre proclamata estranea), di revocare senza rinvio, cioè assolvere, o di annullare con rinvio, e in questo caso ci sarebbe un nuovo processo da celebrare a Perugia ma solo per quel reato.