Il lato oscuro dello spaccio. Il corpo senza vita di una donna di 40 anni viene trovato il 13 luglio del 2019 a Perugia in zona Pincetto, per i medici non c’è dubbio a stroncarla è stata un’overdose da oppiacei. Quando gli inquirenti passano al setaccio il suo cellulare e gli ultimi contatti salta fuori un pusher straniero.
E’ seguendo lui che l’indagine si allarga a macchia d’olio e arriva fino alla magia nera e ai riti propiziatori.
In queste gli accertamenti hanno portato all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare per 12 indagati in un giro di spaccio tra Roma e Perugia. Chili di hashish e marijuana, principalmente, trasportati da "muli" (così in gergo vengono chiamati i corrieri della droga) che tramite autobus e treni notturni rientravano a Perugia con borsoni carichi e la promessa di un facile guadagno.
A finire nella rete della sezione Antidroga della squadra Mobile di Perugia sono quasi tutti sono extracomunitari di origine africana con lo status di richiedente asilo.
Sui carichi di droga, sequestrati nell’ambito della lunga attività poi minuziosamente riassunta dal pm e fatta propria dal Gip Valerio d’Andria, i poliziotti hanno rivenuto anche qualche strano talismano.
Sono stati gli stessi indagati a confermare che si trattava di amuleti propiziatori, quelli che gli inquirenti definiscono "un singolare ed inedito contesto direttivo in cui gli accorgimenti manageriali si confondevano continuamente con aspetti di misticismo e superstizione".
Se non bastavano i soldi a convincere i muli c’era inoltre l’incoraggiamento direttamente dal paese d’origine "spesso – riferiscono i poliziotti - sono stati rintracciati amuleti apposti sulle confezioni di droga sequestrata e, talora, è stato rilevato l’affidamento degli indagati a cerimonie propiziatorie in patria, sovvenzionate con i proventi delle attività delittuose poste in essere in Italia".
Secondo la procura è stato stroncato un gruppo criminale di africani dedito allo spaccio nel centro storico della città anche se tra i "corrieri", ricompensati con i soldi o con dosi di droga in cambio di pericolosi trasporti da oltre regione, sono stati accertati rientrare anche giovani italiani, di cui uno minorenne.
Durante i controlli sono stati arrestati in flagranza 9 corrieri mentre trasportavano quantitativi variabili di droga (quasi sempre acquistata a Roma e nascosta in voluminosi borsoni da viaggio, riposti lontano dalla persona e controllati a distanza), complessivamente circa 16 chili.
"Il gruppo – scrivono gli inquirenti - si rivelava solidamente inserito nel mercato della droga, idoneo a soddisfare la domanda di centinaia di clienti attraverso il continuo reperimento e trasporto di sostanze stupefacenti tramite canali differenziati di approvvigionamento, la disponibilità di adeguate risorse economiche e logistiche (come immobili locati nel centro storico per alloggiare i sodali dediti allo spaccio di piazza o all’occultamento della droga) ed il ricorso a plurimi soggetti per i diversificati compiti materiali di trasporto, detenzione e materiale spaccio su piazza".
Sara Minciaroni