LUCA FIORUCCI
Cronaca

Andrea Prospero, due mesi fa la tragedia. Gli aspetti da chiarire

Perugia, continuano le indagini sullo studente trovato senza vita in centro: già ai domiciliari un 18enne romano con l’accusa di induzione o aiuto al suicidio. Ma ci sono ancora tante domande senza risposta

Andrea Prospero, due mesi fa la tragedia. Gli aspetti da chiarire

Perugia, 25 marzo 2025 – ​Due mesi e un mistero che deve essere chiarito ancora in alcune sue parti. Se la Procura della Repubblica, come precisato dal procuratore Raffaele Cantone, sembra aver messo il primo tassello delle indagini sulla morte di Andrea Prospero, rimangono ancora alcuni aspetti da chiarire.

Andrea Prospero
Andrea Prospero

Interrogativi che sono oggetto dell’inchiesta parallela e che punta a ricostruire il giro di presunte truffe on line in cui potrebbe essere stato coinvolto lo studente di Lanciano. Andrea Prospero scompare il 24 gennaio. Dopo essere uscito dallo studentato di via Buontempi, come confermano le immagini delle telecamere di sicurezza, il giovane scompare. Almeno per i suoi familiari. Deve andare a pranzo con la sorella alla mensa universitaria di via Pascoli, ma all’appuntamento non si presenta. L’ultimo messaggio che la gemella, Anna, gli invia, viene visualizzato ma non ottiene risposta. All’ora di pranzo di venerdì 24 gennaio, presumibilmente, Andrea è già morto, nel b&b del centro di Perugia dove verrà trovato cinque giorni dopo, il 29. Se non risponde alla sorella, risulta dalle indagini, in quelle ore, da quando esce dallo studentato a quando presumibilmente muore, risulta essere in contatto con un amico virtuale, che per la Procura corrisponde al 18enne ai domiciliari per istigazione o aiuto al suicidio. Dialoga con lui via messaggio, riceve consigli ed esortazioni su come farla finita. Per questo gli inquirenti contestano al giovane romano di aver dato la spinta decisiva ad Andrea per ingoiare le pasticche di ossicodone e benzodiazepine che risultano essere la causa della sua morte. Farmaci che, risulta ancora dalle indagini, Prospero avrebbe acquistato da altri, conosciuti in chat. Per le pasticche di ossicodone, arrivate al locker dove vengono ritirate la stessa mattina del 24 gennaio, è indagato un 18enne di Afragola. Ma i dati recuperati dal cellulare del giovane di Lanciano, risulterebbero anche l’acquisto di benzodiezapine, fornite da un altro utente, e almeno una ricetta medica contraffatta per acquistare gli ansiolitici in farmacia. Conferme, a questo sembra, di uno sviluppato circuito di spaccio, nel quale, stando agli accertamenti sull’attività virtuale di Andrea, non sarebbe stato neanche particolarmente complicato. Spaccio di farmaci oppioidi, ma anche affari non completamente specchiati che potrebbero sfociare nelle truffe: vendite farlocche, acquisti con carte di credito contraffatte, phishing. A questo, è una delle ipotesi, sarebbero potuti servire i cinque cellulari e le 46 sim card ritrovati nella disponibilità di Prospero. Kit fornito da qualcuno che avrebbe trovato nel 19enne abruzzese un braccio operativo. I familiari, assistiti dagli avvocati Francesco Mangano e Carlo Pacelli, al suicidio non credono: “massima fiducia nella magistratura, ma Andrea non lo ha fatto fa solo”.