Perugia, 17 marzo 2025 – Aveva confidato a un “amico virtuale” su Telegram “ansie e sofferenze” in merito agli studi universitari. E per questo il ragazzo di 18 anni residente a Roma messo agli arresti domiciliari lo avrebbe “più volte incitato e incoraggiato” a farla finita. È quanto emerge dalla conferenza stampa del procuratore di Perugia Raffaele Cantone in seguito alla svolta sul caso Andrea Prospero, ovvero la notizia di un giovane finito ai domiciliari per la morte dello studente universitario, 19 anni, di Lanciano trovato senza vita il 29 gennaio scorso in un appartamento in via del Prospetto a Perugia.

Il giovane finito agli arresti, sempre in base a quanto emerso nella conferenza stampa, è un incensurato appartenente a un contesto familiare “assolutamente normale”. Secondo gli inquirenti, Andrea Prospero gli confidò di non avere il coraggio di suicidarsi ricevendo un “ulteriore incoraggiamento” a farlo.
Andrea Prospero sarebbe dunque stato incoraggiato e incitato a suicidarsi dal 18enne della provincia di Roma finito agli arresti domiciliari con l'accusa di istigazione o aiuto al suicidio. La svolta nelle indagini è arrivata dall’esame delle chat su Telegram svolto dalla polizia postale.
Tutto era iniziato il 24 gennaio con la scomparsa del 19enne denunciata dalla sorella, anche lei iscritta all’Università di Perugia. Il giovane, studente fuori sede al primo anno di Informatica, aveva fatto perdere traccia di sé. Cinque giorni dopo, all’interno di un monolocale nel centro di Perugia, ne è stato ritrovato il corpo. In quella stanza c’erano alcuni blister di oppiacei, un pc portatile, cinque cellulari e 46 sim-card.
Relativamente ai medicinali, un altro giovane è indagato. “Stamani – ha spiegato il procuratore – è stata eseguita una perquisizione in Campania nei confronti di un giovane che riteniamo essere colui che ha venduto il medicinale. Non risponde dello stesso reato (istigazione o aiuto al suicidio, ndr) perché lui non era in grado ovviamente di conoscere la ragione per la quale Prospero lo ha utilizzato”.
''Si è trattato di un'indagine molto complessa - ha spiegato il procuratore -. Grazie alla sinergia di tutte le forze in campo è stato possibile ricostruire i rapporti 'virtuali' che il giovane intratteneva con il diciottenne arrestato oggi. Da una chat in particolare è emerso che davanti a un momento di titubanza nel compiere il gesto estremo il diciottenne lo aveva invece incoraggiato consigliandogli di assumere i farmaci con il vino''. Il diciottenne ora ai domiciliari è anche lui uno studente, incensurato, a cui ora sono stati sequestrati tre cellulari che saranno analizzati.