
Andrea Prospero aveva 19 anni. Lo studente di Lanciano è stato trovato senza vita il 29 gennaio in centro a Perugia dopo cinque giorni di ricerche
Perugia, 3 marzo 2025 – È passato oltre un mese dal ritrovamento del corpo, ma resta ancora un mistero la morte di Andrea Prospero, lo studente universitario di 19 anni di Lanciano che studiava Informatica all’Università di Perugia, dove è stato trovato deceduto in un appartamento del centro.
Su cosa sia successo sono in corso le indagini della polizia coordinata dalla Procura del capoluogo umbro. Il giovane, come confermato dagli esami autoptici, è deceduto in seguito a una assunzione eccessiva di farmaci, ma i punti da chiarire e le risposte che mancano sono molti.
Oggi è tornato a far sentire la sua voce Michele Prospero, il padre dello studente. "Vi prego, ditemi chi era mio figlio. Perché quel ragazzo con cinque telefoni, sessanta sim, due carte di credito non sue, che dicono si sia ucciso ingerendo barbiturici, non è il figlio che ho conosciuto per 19 anni" ha detto in un'intervista a Repubblica. "Non credo affatto che mio figlio si sia tolto la vita" ha aggiunto. "O lo hanno ucciso o – ha proseguito -, al massimo, lo hanno indotto a farlo. È chiaro che Andrea deve essere finito in qualche brutto giro di cui davvero nessuno di noi ha mai avuto nessun sentore. Quale che sia la verità, anche la peggiore, io ho bisogno di saperla per andare avanti".
Il giovane, ha ricordato ancora il padre, "si era iscritto in Informatica ma non era affatto un esperto, né tanto meno un genio. Non aveva neanche dato il primo esame. E ora me lo ritrovo morto con cinque telefoni, sessanta sim, misteriose carte di credito, gruppi Telegram che invitano a cancellare il suo contatto, e una stanza in un B&b che non si capisce con quali soldi abbia affittato, per farci cosa e quando ci andasse visto che anche a Perugia la sua vita era regolarissima".
A Perugia lo studente alloggiava in un ostello ma da qualche tempo aveva preso in affitto la camera nel centro della città dove è stato trovato morto. Perché lo avesse fatto è uno degli elementi ancora al vaglio degli inquirenti. Così come sono in corso le verifiche degli esperti su un computer portatile, cellulari e schede sim trovati accanto al corpo. Esami che dovrebbero concludersi a giorni, ha spiegato l'avvocato Carlo Pacelli, uno dei legali che seguono la vicenda per conto della famiglia, e dai quali potrebbero arrivare le risposte che mancano.
"Solo al termine di questi accertamenti potremmo fare delle ipotesi più concrete - ha sottolineato - perché fino ad ora non è stato possibile farle, visto che anche le nostre indagini private non hanno rivelato alcunché di così anomalo nel comportamento di Andrea né hanno portato alla luce stati depressivi così evidenti". "Chi sa parli, ci aiuti" aveva chiesto qualche giorno fa l'altro legale, l'avvocato Francesco Mangano. "Riteniamo che Andrea si sia imbattuto in qualche gruppo che o l'ha portato ad uno stato d'ansia tale da indurlo ad assumere dei farmaci che poi hanno provocato la morte o in qualcuno che ne abbia agevolato il suicidio".