Perugia, 21 marzo 2025 – Si è avvalso della facoltà di non rispondere nell'interrogatorio di garanzia davanti al gip di Perugia il diciottenne romano agli arresti domiciliari con l'accusa di induzione o aiuto al suicidio di Andrea Prospero.

Il giovane è rimasto davanti al gip pochi minuti e poi ha lasciato il palazzo di giustizia a bordo di un'auto parcheggiata in un garage interdetto ai giornalisti e ai teleoperatori. Con lui il suo difensore, l’avvocato Alessandro Ricci. Secondo quanto si è appreso al termine dell'udienza l'indagato non ha fatto dichiarazioni spontanee e la sua difesa non ha presentato memorie.
In aula era presente il procuratore aggiunto di Perugia Giuseppe Petrazini che ha coordinato le indagini. All'arrivo, l'auto con a bordo il diciottenne era entrata direttamente nel garage del palazzo che ospita le aule. Poi l'indagato ha raggiunto quella d'udienza da un ingresso secondario.
Il 18enne è finito ai domiciliari lunedì scorso dopo l'inchiesta della procura guidata da Raffaele Cantone che ha chiesto e ottenuto la misura dal gip Margherita Amodeo. ''Ce la puoi fare, vai, ammazzati'', diceva il diciottenne nel dialogo in chat riportato nell'ordinanza di custodia cautelare. I due, l'arrestato e la vittima, erano in contatto in chat e Prospero gli aveva confidato varie volte ''particolari della sua vita e il suo disagio esistenziale''. Il diciannovenne lo scorso gennaio aveva iniziato a preparare il suo suicidio cercando e chiedendo informazioni su ChatGpt in particolare sulla quantità necessaria di medicinali necessari per morire e il 24 gennaio, mentre i due erano in chat, Prospero ha ingerito i medicinali.
L'arrestato "non ha avuto remore nel rafforzare-agevolare il proposito di suicidio di Prospero, parlandogli a volte con durezza ma anche in modo da indurre in lui il convincimento di portare a termine il proposito di togliersi la vita", scriveva il gip motivando le esigenze cautelari nell'ordinanza.