DANIELE CERVINO
Cronaca

Antognoni torna a casa "Perugia è la mia terra"

Il campione del mondo in piazza Birago ritrova amici di infanzia e passato "Qui ho iniziato a giocare a calcio ed è cambiata la mia vita. Il Grifo? Merita la A"

di Daniele Cervino

"L’Umbria è la mia casa, non sono fiorentino ma perugino. Avevo 7 anni quando i miei genitori si sono trasferiti da Marsciano in piazza Birago e questa terra la porto nel cuore. Qui è cambiata la mia vita". Giancarlo Antognoni non nasconde l’emozione. Il campione del mondo con la Nazionale italiana nel 1982, ospite della seconda edizione della festa di quartiere "Via Birago and friends", ieri ha ritrovato la sua gente, gli amici di infanzia, i ragazzini della scuola calcio dove tutto è partito. Lui, bandiera e capitano della Fiorentina, ha vissuto tra questi palazzi. Qui ha frequentato la scuola ("Con esiti non molto positivi", sorride) e ha iniziato a giocare a calcio, tifando Milan. "Sa, questa piazza me la ricordavo più grande...", ammette. E riavvolge il nastro dei ricordi. Partendo da quando, in campagna, giocava da solo. "Non c’erano neanche i palloni. Poi con i genitori e mio fratello Viscardo siamo arrivati a Perugia - ricorda -. Mio padre gestiva un bar. Da persona isolata che ero, pian piano ho costruito la mia carriera. In città ho iniziato a fare seriamente con la Juventina a Prepo, c’era un campo in terra, non bellissimo". A 15 anni, grazie a Giovanni Falovo, l’occasione della vita: un provino per il Torino, insieme a Moreno Bottausci. "Ero molto magro, fisicamente non dotato e avevo più difficoltà degli altri. Ma a Torino ci presero entrambi. Da lì, dopo tre stagioni ad Asti, approdai a Firenze. Ci andai volentieri, perchè volevo riavvicinarmi a Perugia - continua -. A 18 anni sono andato a Firenze con la Primavera e in poco tempo ho esordito in serie A. La mia carriera è stata sempre molto veloce. A 20 anni ero in Nazionale, ho bruciato un po’ le tappe, forse anche per merito mio. Non si ottengono i risultati senza sacrifici".

Con la Fiorentina Antognoni ha incontrato per la prima volta il Perugia, dove non ha mai giocato: "E’ stata dura - spiega - Venivo da avversario e la gente mi fischiava, perchè mi temeva come giocatore. Ma poi in quegli anni con il Grifo si perdeva spesso". Un pensiero lo rivolge a Paolo Rossi ("E’ nel mio cuore, un compagno di squadra ideale e un uomo fantastico, sempre sorridente") e alla formazione di Massimiliano Alvini: "In futuro può anche nascere un rapporto con il Grifo del presidente Santopadre, che conosco. Intanto auguro alla squadra e alla mia città di arrivare presto dove merita. In serie A".