SILVIA ANGELICI
Cronaca

Anziani soli e poveri: "È emergenza sociale. Ci chiedono aiuto per arrivare a fine mese"

Il caso di Marino che non riesce più a far fronte alle spese per affitto e acquisto di farmaci. La Uil: "Aumentano esponenzialmente gli over 70 in difficoltà. Servono servizi e provvedimenti seri" .

In Umbria aumenta il numero di anziani a rischio emarginazione sociale

In Umbria aumenta il numero di anziani a rischio emarginazione sociale

Marino, nome di fantasia, ha bussato agli sportelli della Uil per chiedere assistenza e conforto. Tra rincari tariffari e inflazione non sa come arrivare a fine mese con quella miseria di pensione, dopo una vita di duro lavoro. Marino infatti si trova a far fronte alle necessità del quotidiano, come analisi e visite, spostamenti per cure e acquisti di sostentamento, con poco più di 500 euro dell’accompagnamento e l’esiguo assegno pensionistico percepito dalla moglie. Le spese di cui ci ha parlato sono 300 euro di affitto e 500 euro circa per le medicine. Una situazione senza dubbio al limite della sostenibilità, alla luce di un costante aumento delle bollette.

"La storia di questo anziano ma ne potremmo trovare altre decine, - racconta Elisa Leonardi, segretaria della Uil pensionati Umbria – diventa emblematica di fronte ad una questione emergenziale. E’ molto preoccupante il quadro che emerge dai dati, pubblicati nei giorni scorsi, del programma di ricerca sull’invecchiamento Age-it, portato avanti dall’Università di Firenze, e che analizza il rischio di criticità potenziale dei servizi di cura per gli anziani. L’Umbria, con 92 comuni prevalentemente piccoli e medi, ne conta circa un quarto con rischio medio, vale a dire dove la qualità della vita degli anziani non è buona. La ricerca ha elaborato un indice - va avanti Leonardi - incrociando parametri come il numero della popolazione anziana, la distanza dall’ospedale fino alla disponibilità di caregiver familiari, tassi di fecondità ed emigrazione. Le città grandi che appaiono con rischio ‘medio’ sono Città di Castello, Gubbio e Todi. Le maggiori difficoltà in assoluto vengono vissute dagli anziani che vivono in realtà come Scheggia e Pascelupo, Pietralunga, Costacciaro e Poggiodomo. Il rischio medio è per 18 comuni, tra cui appunto Città di Castello, Gubbio e Todi ma anche più piccoli come quelli del Trasimeno o gran parte della Valnerina. Rischio basso per tutto il resto".

Secondo la Uil servono dunque servizi accessibili, ma non è il solo elemento che va considerato. "L’anziano che vive in famiglia o con familiari vicini è più attivo: per questo il dato che emerge dal lavoro dell’Università di Firenze è la necessità di assistenza, cura e partecipazione sociale. Da qui l’appello alle istituzioni, affinché non vengano messi da parte gli anziani che, di fatto, sono coloro che hanno contribuito a costruire il nostro presente".