Tagli alla scuola, guerra e crisi climatica: gli studenti umbri tornano in piazza venerdì 15 novembre e intanto annunciano le ragioni della protesta con un sit-in, in piazza Italia. "In un mondo in cui la violenza continua ad essere utilizzata come strumento per risolvere controversie è essenziale ripensare l’educazione come un mezzo per promuovere la pace e la giustizia- afferma Margherita Boniotti, coordinatrice del sindacato studentesco –. Mentre sempre più risorse vengono dirottate per finanziare la guerra, la vita degli studenti viene continuamente attraversata dalla precarietà, ormai normalizzata. La scuola pubblica, a causa di costi cui le famiglie si trovano a far fronte, vede centinaia di giovani ogni anno abbandonare gli studi per iniziare a lavorare- continua Boniotti- senza che le istituzioni si assumano concretamente una responsabilità per il nostro benessere e il nostro diritto allo studio". "Per quanto riguarda l’Università, stiamo assistendo ad un attacco coordinato per lo smantellamento dell’intero sistema che dai tagli al fondo di finanziamento ordinario, al peggioramento delle condizioni salariali e lavorative del personale tecnico amministrativo, nonché ricercatore e docente, configura una situazione di crisi finanziaria e istituzionale degli Atenei pubblici - denuncia Michele Saraceni, Link Perugia -. A pagarne le spese aspramente saranno studenti e studentesse che vedono progressivamente sparire servizi, diminuire la qualità e le possibilità della didattica, mentre aumentano le tasse a fronte di una diminuzione del potere d’acquisto di giovani e famiglie".
Silvia Angelici