Perugia, 24 novembre 2024 – Ogni volta che si recava in Egitto, qualche preoccupazione c’era nella mente di Elanain Sherif, il 44enne italo egiziano arrestato al Cairo il 9 novembre scorso e di cui ora si sono perse le tracce. Sherif, anche se ha cambiato mestiere da qualche tempo, è stato un attore hard ed è probabilmente questo ad aver fatto scattare l’arresto, perché la pornografia in Egitto è reato.
“Nelle volte precedenti in cui era stato in Egitto, era stato avvicinato da alcuni personaggi che gli avevano consigliato di girare in incognito perché c’erano molti ammiratori, ma anche chi non condivideva la sua scelta di vita”. A raccontarlo è Mariagiovanna Ferrante, giornalista, amica e collega di Elanain nel mondo dell’hard. I due si conoscono bene: si sono visti anche a febbraio e si sono sentiti da poco per andare insieme a una fiera dell’hard a Berlino, ma Elanain poi aveva cambiato programma.
“Ho saputo dell’arresto di Sheri (lo pseudonimo di Elanain, ndr) dalla madre che mi ha chiamata e mi ha chiesto di aiutarla. Mi sono allora messa in moto e ho contattato la Farnesina e ho messo in contatto la signora con l’ambasciata italiana al Cairo”. La signora Lobna Ahmed ha potuto incontrare il figlio per poco e ha riferito di condizioni di carcerazione disumane. I motivi dell’arresto sarebbero da attribuire, come detto, alla sua attività di porno attore. “Che potesse succedere qualcosa era un suo timore – dice Ferrante – ma non ci aspettavamo un intervento diretto delle forze dell’ordine. Mi dispiace perché è accaduto proprio ora che ha deciso di cambiare vita. Non ha mai fatto l’attore hard come un lavoro professionale, è convinto che la pornografia sia una forma d’arte. Si è sposato da qualche anno. A Londra, dove vive e dove sta per prendere anche la cittadinanza britannica, lavora al McDonald’s come impiegato di livello. Ha lavorato negli alberghi in Germania e in Italia, ha conseguito un master in turismo a Roma”.
Da parte della mamma, assistita in Italia dall’avvocato Alessandro Russo, c’è timore che il clamore sulla vicenda possa indispettire le autorità egiziane ma anche la necessità di accendere una luce in grado di smuovere le istituzioni italiane. “Sono molto preoccupata perché mio figlio sta male. Aiutatemi, lui ha bisogno di me e io di lui”, dice la signora. “È stato messo in carcere appena siamo arrivati in aeroporto – spiega la donna dall’Egitto –. Non so come sta, perché non riesco a parlarci e sono molto preoccupata”. La donna ha spiegato che il “figlio ha subìto tre interventi alla schiena, l’ultimo 30 giorni fa a Londra”.