Per molti era semplicemente un professore, per alcuni anche spacciatore di cocaina. Docente di matematica al mattino e pusher il pomeriggio, almeno stando ai numeri. Duecento cessioni sono state documentate dagli uomini delle Fiamme Gialle di Città di Castello che alla fine hanno arrestato un uomo di 52 anni residente a San Giustino, professore in una scuola media della vicina Arezzo. Due vite a cavallo di due regioni: anche la sua attività di spaccio si concentrava un po’ in Umbria, un po’ in Toscana, tra San Giustino, Citerna e Sansepolcro.
Con lui una dozzina di persone sono finite nelle maglie dell’inchiesta, segnalate alle competenti Prefetture di Perugia e Arezzo come assuntori di cocaina (hanno dai 30 ai 50 anni). Tra loro, anche il cliente sorpreso durante il blitz, un uomo di 40 anni, trovato in possesso di una dose di cocaina appena acquistata. Durante la perquisizione domiciliare nell’abitazione del professore a San Giustino sono stati sequestrati anche un bilancino di precisione, sostanza da taglio e denaro contante che viene ritenuto provento di attività illecita. Il blitz e il relativo arresto in flagranza di reato sono stati gli atti finali dell’indagine condotta dagli uomini della compagnia della Guardia di Finanza di Città di Castello, che hanno di fatto svelato la doppia vita del prof, per altro molto conosciuto in zona.
Nel corso dei monitoraggi i finanzieri hanno visto svariate volte il professore cedere dosi di droga: sono stati ricostruiti poco meno di 200 episodi di spaccio negli ultimi mesi, per oltre un etto complessivo di cocaina con un incasso che supera i 10 mila euro. I contatti coi clienti avvenivano attraverso ordini effettuati via WhatsApp, utilizzando un linguaggio in codice, il ritiro per lo più a domicilio: un continuo via vai di persone sospette, molte con precedenti specifici, è stato documentato dai finanzieri mentre i clienti si recavano nel parcheggio e nei locali situati al piano terra dell’abitazione del professore, per poi uscirne dopo pochi minuti. Messi insieme gli elementi, il caso è finito sul tavolo del magistrato di turno che ha disposto gli arresti domiciliari per il professore, poi convalidati dal giudice.
Ma le indagini non finiscono qui: gli accertamenti investigativi proseguono ancora e puntano all’identificazione di altri clienti coinvolti nel giro, anche per determinare l’entità complessiva del traffico di stupefacenti e dei proventi illeciti che si è generato attorno alla seconda vita di quello che solo all’apparenza era un tranquillo professore di provincia.
Cristina Crisci