Una montagna virtuale di video e fotografie di giovani e giovanissimi soggetti ritratti. Non durante una partita di pallone, nemmeno al saggio di Natale. Ma impegnati in atti sessuali, "inequivocabilmente" dicono gli investigatori. Come inequivocabile è il fatto che i giovani ripresi o fotografati erano poco più che bambini. Una montagna virtuale e illecita per la quale tre uomini sono stati arrestati in Umbria. L’accusa, nei loro confronti, è appunto detenzione di materiale pedopornografico e pornografia minorile.
Gli arresti sono stati eseguiti dalla polizia in attuazione dei provvedimenti del giudice per le indagini preliminari di Perugia. Provvedimenti che sono scaturiti a conclusione dell’indagine svolta dal centro operativo per la sicurezza cibernetica di Perugia grazie alla cooperazione internazionale con il Servizio polizia postale e per la sicurezza cibernetica e che ha portato gli esperti della polizia a setacciare il mercato illecito della pornografia minorile. In questa ricerca, gli agenti sono arrivati ad acquisire informazioni su tre utenze internet, riconducibili a intestatari umbri, presenti e attivi nei canali virtuali utilizzati per scambiare fotografie e immagini di contenuto illecito. Su disposizione dell’ufficio guidato da Raffaele Cantone, la polizia ha eseguito delle perquisizioni domiciliari a carico dei tre uomini, due residenti a Perugia, di 63 e 47 anni, e uno a Terni, di 65. Al momento della perquisizione in casa dei primi due, gli agenti hanno accertato la presenza di computer che stavano ancora continuando a scaricare materiale esplicitamente illecito, mentre all’indagato di Terni hanno sequestrato 800 grammi di marijuana, per cui è stato indagato anche per detenzione ai fini di spaccio.
Sequestrati due smartphone oltre a svariati hard disk per un totale di circa 20 terabyte con video e foto, conferma la Procura, ritraenti minorenni "anche in tenera età", coinvolti in atti sessuali con coetanei e con adulti. Gli arresti sono stati successivamente convalidati dai giudici competenti territorialmente. I giudici, confermando la misura, riferisce la Procura, hanno evidenziato e riconosciuto tanto i gravi indizi di colpevolezza a carico degli indagati che il rischio di reiterazione del reato.
Luca Fiorucci