Sarà una giornata di festa quella di oggi per una delle colonne portanti della città, il Campanone. In tutta Italia sono state promosse delle celebrazioni per il riconoscimento da parte dell’Unesco dell’arte campanaria tradizionale quale patrimonio culturale immateriale dell’umanità. Gubbio non fa eccezione e oggi a mezzogiorno la “voce“ della città, grazie alla maestria della Compagnia dei campanari, riecheggerà in tutto il territorio con la “sonata“ prevista in tarda mattinata, che potrà essere ascoltata da tutti gli eugubini e dall’importante presenza dei turisti giunti qui per le festività natalizie donando un’atmosfera ancora più magica.
"La città di Gubbio – ha commentato il sindaco Fiorucci – è onorata nel prendere parte a questa giornata di suono nazionale, che celebra non solo la secolare tradizione campanaria italiana, ma soprattutto le persone che rendono viva questa arte, i campanari. Voglio, dunque, ringraziare la nostra Compagnia dei campanari per il servizio e la dedizione alla città, alla sua storia e alle sue tradizioni più autentiche". I campanari oggi alle 16 saranno impegnati anche in cattedrale dei Santi Mariano e Giacomo, in occasione della solenne apertura dell’anno giubilare nella Chiesa eugubina, celebrata dal vescovo Luciano Paolucci Bedini. Il riconoscimento Unesco, comunque, è un importante traguardo raggiunto dal Ministero della Cultura che vede valorizzata una delle sue più antiche e amate tradizioni.
Dopo la Spagna, il riconoscimento viene ora esteso anche all’Italia e rappresenta l’universalità e il valore condiviso di un’arte che accompagna da secoli il tempo della festa, unendo generazioni e culture. "Voglio dedicare questo storico riconoscimento – ha sottolineato il Sottosegretario alla Cultura, Gianmarco Mazzi – alle nuove generazioni, affinché possano continuare a preservare l’arte tradizionale dei campanari. Quel suono che proviene da migliaia di campanili sparsi in borghi e comuni di tutta Italia, tocca la nostra anima. È il famoso "suono della domenica", evocato da Zucchero in una sua splendida canzone, che scandisce da sempre i nostri giorni di festa".
Federico Minelli