
L’operazione dei carabinieri del nucleo per la tutela del patrimonio culturale
Arrivano da una serie di scavi illegali, attribuiti a diverse località dell’Umbria, e dal furto di una collezione privata i duemila reperti che il gruppo carabinieri tutela del patrimonio culturale di Roma, insieme al nucleo specializzato di Cosenza, ha donato al Museo archeologico nazionale dell’Umbria. Del "dono", "di eccezionale valore storico", come è stato sottolineato, si trovano oggetti italici, etruschi, greci e magnogreci recuperati nell’ambito dell’indagine convenzionalmente denominata "Acheu", coordinata dalla Procura della Repubblica di Crotone. Nello specifico, i duemila pezzi che ora andranno ad arricchire il patrimonio del Mamu, sono stati recuperati nel corso dell’attività Di indagine che ha visto eseguire 26 misure cautelari, due delle quali a carico dei presunti responsabili dell’acquisizione illecita dei reperti umbri, sia come scavi abusivi che come vero e proprio furto. Centosei gli indagati complessivi, per i quali è in corso il processo. L’evento di consegna si è svolto alla presenza del capo dipartimento Tutela patrimonio culturale del ministero della Cultura, del direttore generale Musei del Mic, del comandante della legione carabinieri "Umbria", del comandante del comando provinciale carabinieri di Perugia, del direttore regionale dei musei nazionali di Perugia e del soprintendente per l’Umbria, nonché delle Autorità civili, militari e religiose provinciali e cittadine. I reperti archeologici restituiti, riferiti all’Italia centrale e al territorio umbro, "di ingentissimo valore storico-culturale ed economico", sono stati recuperasti nel contesto di una complessa attività d’indagine sviluppata dai Carabinieri del Nucleo Tpc di Cosenza che hanno rilevato l’ipotizzata esistenza di un vasto traffico di beni archeologici italiani su scala nazionale e internazionale, con ramificazioni all’estero tra Gran Bretagna, Francia, Germania e Serbia. Le indagini, svolte da maggio 2017 a luglio 2018, hanno consentito di accertare i sistematici saccheggi di più squadre di tombaroli che, con una articolata suddivisione di competenze e ruoli, avrebbero al mercato clandestino un flusso continuo di beni archeologici, gestiti in articolati canali di ricettazione. "Oggi si restituisce materialmente e idealmente la storia alla città di Perugia", ha detto il comandante Polio a margine della cerimonia, alla quale hanno partecipato anche studenti del liceo classico Mariotti. Tra i reperti consegnati figurano materiali "di provenienza centro italica, ascrivibile all’età del ferro, pienamente coerente per caratteristiche, soprattutto in riferimento ai bronzi umbri, piceni e abruzzesi, con un nucleo della Collezione Bellucci, una delle più identitarie del Manu". Tra questi, bronzetti schematici, un lotto di punte di frecce, fibule, ceramiche e urne in travertino.