REDAZIONE UMBRIA

Artigiani in caduta libera Dal 2012 si sono persi quasi settemila addetti

In Umbria la flessione tocca il 20,2 per cento, a fronte del 17,4 nazionale e del 18 per cento delle regioni centrali: lo rivela l’indagine della ’Cgia’ di Mestre.

Artigiani in caduta libera Dal 2012 si sono persi quasi settemila addetti

Continua a diminuire il numero degli artigiani in Umbria. Dal 2012 sono scesi di quasi settemila unità con una flessione del 20,2 per cento a fronte del 17,4 per cento italiano e del 18 per cento delle regioni centrali. A rivelarlo l’analisi condotta dall’Ufficio studi della Cgia di Mestre, secondo cui ormai "non solo i giovani sono sempre meno interessati a lavorare in questo settore, ma anche chi ha esercitato la professione per tanti anni e non ha ancora raggiunto l’età anagrafica eo maturato gli anni di contribuzione per beneficiare della pensione, spesso preferisce chiudere la partita Iva e continuare a rimanere nel mercato del lavoro come dipendente che, rispetto ad un artigiano, ha sicuramente meno preoccupazioni e più sicurezze".

E la situazione in Umbria è davvero preoccupante, dato che è la quinta peggior regione in questa graduatoria: nel 2012 erano infatti 32.280 gli artigiani e a fine 2022 sono scesi a 25.744. E naturalmente l’analisi delle due province non può essere migliore. Perugia è 26esima dato che in dieci anni si è passati da 24.891 artigiani a 19.736, con un calo di ben 5.155 attività e una flessione del 20,7 per cento. Terni invece fa leggermente meglio dato che dieci anni fa le partite Iva erano 7.389 e nel 2022 si sono fermate a 6.008: 1.381 in meno con una diminuzione del 18,7 per cento.

E girando per le città e i paesi dell’Umbria si vede ormai a occhio come sia diminuito il numero degli artigiani, poiché anche il paesaggio urbano sta cambiando volto. Sono ridotte al lumicino le botteghe artigiane che ospitano calzolai, corniciai, fabbri, falegnami, fotografi, lavasecco, orologiai, pellettieri, riparatori di elettrodomestici e Tv, sarti, tappezzieri. Per contro, invece, i settori artigiani che stanno vivendo una fase di espansione sono quelli del benessere e dell’informatica. Nel primo, ad esempio, si continua a registrare un costante aumento degli acconciatori, degli estetisti e dei tatuatori. Nel secondo, invece, sono in decisa espansione i sistemisti, gli addetti al web marketing, i video maker e gli esperti in social media. Purtroppo, l’aumento di queste attività è insufficiente a compensare il numero delle chiusure presenti nell’artigianato storico, con il risultato, come dicevamo più sopra, che la platea degli artigiani è in costante diminuzione.