STEFANO CINAGLIA
Cronaca

Arvedi Ast esce allo scoperto: "Senza energia, niente accordo"

Polemiche sulla dichiarazione dell’ad. La Fiom: "Azienda, Governo, Regione e Comune hanno perso tempo"

Acciaieria

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Ast con il suo amministratore delegato Dimitri Menecali stavolta lo dice a chiare note: "Senza soluzioni ai costi energetici non sarà firmato alcun accordo di programma". "Nessuno, e dunque neppure Arvedi Ast – aggiunge l’ad in una nota diffusa dall’azienda – , in buona fede può assumersi la responsabilità di firmare un accordo di programma che non contenga la soluzione, contingente e strutturale, del costo dell’energia, poiché comprometterebbe la competitività, lo sviluppo, il rilancio dell’azienda e il futuro dei posti di lavoro". Fondi aziendali sottolineano che dall’arrivo del Gruppo Arvedi, tre anni fa, il costo dell’energia è praticamente raddoppiato. Venerdì, al termine di un incontro in Regione, istituzioni locali e sindacati erano tornati a chiedere la firma dell’intesa che dovrebbe supportare gli investimenti annunciati dalla proprietà, entro la fine di febbraio. Termine che era stato indicato anche nell’ultimo tavolo ministeriale del 30 dicembre. Sempre venerdì i sindacati hanno annunciato otto ore di sciopero a marzo qualora non si arrivi all’accordo. Insomma, la situazione precipita.

"Terni si trova di fronte a un bivio cruciale per il suo futuro industriale - commenta l’assessore comunale allo sviluppo Sergio Cardinali – Le dichiarazioni dell’ad di Ast, secondo cui senza un abbattimento dei costi energetici l’azienda non firmerà l’accordo di programma, apromo uno scenario che getta un’ombra sul piano di rilancio e sugli investimenti previsti per la sostenibilità ambientale della produzione siderurgica. Un progetto in bilico. Già nelle due ultime riunioni al Ministero, la volontà dell’azienda era sembrata concentrarsi solo sui costi energetici, mettendo in secondo piano tutti gli altri contenuti dell’accordo stesso". "Il piano industriale, anche se mai presentato nel dettaglio – continua Cardinali – , fino a pochi mesi fa prevedeva un aumento della produzione di acciaio, il reintegro di un processo per la produzione di magnetico, interventi di bonifica ambientale e un processo di decarbonizzazione, con l’ambizioso obiettivo di realizzare il primo acciaio sostenibile in Europa. Un percorso che rischia di essere compromesso a causa dell’elevato costo dell’energia in Italia, un problema non esclusivo di Ast ma di tutto il sistema produttivo nazionale. Il costo elevato dell’energia in Italia, acuito dalle crisi internazionali e dalla mancanza di una strategia a lungo termine, sta mettendo in ginocchio settori industriali ad alta intensità energetica come quello siderurgico. In passato, tentativi di creare centrali elettriche dedicate, come quella prevista a Narni, sono stati bloccati da comitati e incapacità istituzionale. Oggi si pagano le conseguenze".

Alessandro Rampiconi, segretario della Fiom Cgil, tuona in un post: "Sono tre anni di attesa per la firma dell’accordo di programma e due anni che si cercano soluzioni per il caro energia senza esito alcuno. Azienda, Governo, Regione e Comune di Terni da allora sono responsabili di questo tempo che è passato e che sta mettendo a rischio gli investimenti, la decarbonizzazione e il mantenimento dei livelli occupazionali".

Ste.Cin.