Ast mette sul piatto 857 milioni. Ribadito il volume d’investimenti

Summit interlocutorio sul piano industriale ma con qualche punto fermo. Troppo alti i costi energetici

Ast mette sul piatto 857 milioni. Ribadito il volume d’investimenti

Ast mette sul piatto 857 milioni. Ribadito il volume d’investimenti

Incontro interlocutorio, ieri, tra sindacati dei metalmeccanici e vertici di Arvedi Ast sul piano industriale, legato al fatidico accordo di programma annunciato dal ministro delle Imprese, Adolfo Urso, entro gennaio. Intanto però alcuni punti fermi sembrano emergere, uno su tutti: Ast si dice comunque pronta ad investire 857 milioni sul sito ternano, seppur il problema dei costi energetici si faccia sempre più pesante. All’incontro con i sindacati, il vicepresidente di Ast, Mario Carlo Caldonazzo. "C’è la necessità di ulteriori incontri per entrare nel merito delle questioni del piano industriale affrontando le problematiche reparto per reparto", così il vicesegretario nazionale Ugl Metalmeccanici, Daniele Francescangeli. "Il vicepresidente Caldonazzo – sottolinea Caldonazzo – ha illustrato le linee guida del nuovo piano industriale che prevede investimenti per circa 857 milioni di euro e un ulteriore 25% di fondi pubblici legati alla decarbonizzazione".

"Gli investimenti non saranno destinati solo alle nuove produzioni - afferma Francescangeli – ma anche alla riqualificazione degli impianti già esistenti ed è stato sottolineato che verrà garantita l’attuale forza lavoro e, se ci saranno le condizioni di mercato, parallelamente all’attuazione del nuovo piano industriale, si potrà procedere a nuove assunzioni valutate in circa 200 unità".

Infine, l’Ugl Metalmeccanici ha evidenziato all’azienda "la necessità di intensificare, durante tutta la realizzazione del piano e fino alla sua completa attuazione, l’interlocuzione con le Rsu di stabilimento al fine di affrontare le problematiche quotidiane, soprattutto quelle legate all’esecuzione dei nuovi investimenti". "L’azienda sa che l’accordo di programma sta andando avanti – spiega Giovacchino Olimpieri, segretario della Fismic – e comunque si dice pronta, a prescindere da tutto il resto, ad effettuare investimenti per circa 860 milioni. Il recupero del 25 per cento da fondi europei è previsto ad investimenti ultimati, entro il 2026". L’azienda ha ribadito la criticità dei costi energetici, praticamente il doppio rispetto ai competitor anche europei, non escludendo nuove assunzioni se condizioni di mercato e fattori localizzativi accompagneranno l’attuazione del piano industriale. L’attuale cassa integrazione? Difficoltà di mercato, appunto. "E’ stato un incontro di approfondimento – conclude Olimpieri – nell’ambito di un percorso in cui vedimo un’azienda intenzionata a potenziare il sito ternano e a renderlo profittevole. E questo è sicuramente positivo".

Ste.Cin.