REDAZIONE UMBRIA

Attribuita la Pala di Santa Cecilia. Il tratto è quello di Luca Signorelli

La rilevante scoperta durante il restauro integrale dell’opera in corso nella Pinacoteca comunale

La Pala di Santa Cecilia attribuita a Luca Signorelli

La Pala di Santa Cecilia attribuita a Luca Signorelli

In città si parla di "un nuovo Signorelli". Durante il restauro integrale della Pala di Santa Cecilia in corso alla Pinacoteca comunale è emersa la mano prevalente di Luca Signorelli. Sull’opera - offuscata dalla patina del tempo, da forti traumi e da pesanti ridipinture che avevano portato i critici a ritenerla in modo generico di “scuola signorelliana“ - adesso emerge in modo forte l’attribuzione. Questa nuova lettura verrà spiegata sabato 28 in occasione della presentazione del restauro integrale della pala, nella pinacoteca cinquecentesca di Città di Castello, alla presenza di Tom Henry, professore emerito di Kent University e massimo esperto dell’artista, che ufficialmente proporrà la nuova autografia “Luca Signorelli e Bottega“.

Il suggello a quella che viene definita "storica operazione" si coglie nel lembo della veste di Santa Caterina, dove riaffiora una firma nascosta con il nome del pittore (‘LV-CA’) e l’anno di esecuzione, ovvero il 1516. Un’intuizione che ebbe dieci anni fa lo studioso umbro Raffaele Caracciolo, ma che solo ora, con l’analisi dei materiali utilizzati, viene confermata. L’intervento di restauro e l’eccezionale scoperta è resa possibile da Università Ecampus tramite Art Bonus, su ideazione del ricercatore Giuseppe Sterparelli ed è stato condotto da Paolo Pettinari sulla pellicola pittorica, Marco Santi sul supporto ligneo e Francesca Rosi nelle indagini scientifiche, sotto la supervisione della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria.

"Un restauro multidisciplinare che ha coinvolto anche Cnr e Università di Perugia e che si è rivelato determinate per la definitiva attribuzione al pittore rinascimentale, sconfessando quanto scritto nel 1923 da Mario Salmi, il quale aveva associato l’opera a un pittore eugubino, tale Pietro Baldinacci, influenzando gran parte della critica successiva", si legge in una nota diramata ieri. La nuova pulitura rende invece limpida la lettura. La Pala di Santa Cecilia, nella pinacoteca tifernate dal 1912 è dunque un’opera ritrovata, specchio della feconda stagione di Luca Signorelli a Città di Castello, dove esordì, come allievo di Piero della Francesca e dove si perfezionò, all’ombra della famiglia Vitelli.

Il sindaco Luca Secondi e l’assessore Michela Botteghi commentano: "Abbiamo l’onore di restituire ai contemporanei un’opera di pregiatissima fattura, imponente per tecnica e per dimensioni, in cui lo stile e la maestria di Signorelli sono apprezzabili sia nell’insieme che in particolari di rara bellezza".