La città, con tutto il suo tessuto economico tanto legato all’automotive, diventa il simbolo del’intero Alto Tevere per un comparto in profonda crisi e che impiega sul territorio, con l’indotto circa 4000 persone. In Piazza Matteotti, dinanzi al municipio ieri mattina i lavoratori del settore metalmeccanico – una settantina – con bandiere e striscioni hanno lanciato il loro grido di aiuto, richiamando l’attenzione di istituzioni ed opinione pubblica sulla gravissima crisi del settore.
Alla loro testa il segretario generale della Fiom Cgil di Perugia, Marco Bizzarri, il segretario della Cgil di Perugia, Simone Pampanelli, Riccardo Coccolini, responsabile provinciale automotive della Fiom. A preoccupare sono il ricorso massiccio alla cassa integrazione e la situazione dei lavoratori interinali, che in questo momento risultano essere i più colpiti. Per tale motivo il sindacato chiede alle istituzioni locali e al governo centrale "misure mirate per la salvaguardia dell’automotive". La proposta è quella di "creare una agenzia che guidi la transizione energetica".
Dice il segretario di Fiom Bizzarri: "Stimiamo dai 5mila o 6mila posti di lavoro a rischio nella nostra provincia. Chiediamo che si colmi un ritardo che si è accumulato nel tempo in un settore che ora versa in una condizione drammatica". Per il segretario Pampanelli "gli operai sono di fronte al problema dei problemi". "Nella legge di bilancio – aggiunge - il governo ha tagliato 4,6 miliardi al fondo sull’automotive, che sarebbero serviti per compiere una transizione industriale, per riconvertire le aziende e per formare i lavoratori. Nel nostro Paese siamo passati dalla capacità di costruire 1,5 milioni di macchine alle circa 350mila del 2024. In questo territorio c’è un’emergenza lavoro che si sente tantissimo. Partiamo da questo per avanzare proposte che siano in grado di risolvere la situazione".
Per Riccardo Coccolini "il quadro è molto complesso. Faremo di tutto per portare al centro dell’attenzione questa situazione".
Sindacati ed operai non intendono fermarsi e aggiornano la mobilitazione al prossimo 29 novembre, quando si terrà lo sciopero generale contro Finanziaria del Governo Meloni. La segretaria della Nidil Cgil Vanda Scarpelli invita a scendere ancora in piazza: "È il momento di alzare la testa e di far sentire la nostra voce".
Pa.Ip.