Azienda salvata dai dipendenti: "La portavano in Armenia. Invece apriamo la nuova sede"

Città di Castello, il caso di ’Ceramiche Noi’ rilevata da una cooperativa di lavoratori. Taglio del nastro per la struttura. "Dall’Umbria esportiamo prodotti in tutto il mondo".

Azienda salvata dai dipendenti: "La portavano in Armenia. Invece apriamo la nuova sede"

I soci della ’Ceramiche Noi’ di Città di Castello

Ha inaugurato a Città di Castello la nuova sede con i macchinari sostenibili e all’avanguardia. È stato un grande giorno per ’ Ceramiche Noi’, cooperativa del settore della ceramica, in particolare del lusso Made in Italy, fondata nel 2019 da dodici lavoratori che la rilevarono dall’allora proprietà che intendeva delocalizzarla in Armenia. "Per noi è un sogno. Vedere quello che siamo riusciti a fare con le nostre forze è motivo d’orgoglio moltiplicato per 24", ha detto il presidente Marco Brozzi nel corso di una cerimonia alla quale ha partecipato anche Legacoop Umbria. "La nostra grande famiglia adesso ha un luogo tutto nostro dove poter poggiare le basi per il futuro", ha aggiunto Brozzi. Di fronte alla chiusura, i dipendenti hanno rilevato l’attività investendo Tfr, Naspi e col sostegno finanziario dei fondi della cooperazione Coopfond e Cfi, hanno acquisito i macchinari e riavviato la produzione. "Questa rinascita non solo ha salvato i posti di lavoro, ma ha creato un’impresa di riferimento nell’industria della ceramica artigianale di lusso, che esporta i suoi prodotti in tutto il mondo", si sottolinea ancora nella nota. "Siamo orgogliosi di loro, - afferma Danilo Valenti, presidente di Legacoop Umbria - ma siamo anche consapevoli che questo strumento cooperativo possa aiutare tutti quei lavoratori consapevoli del proprio know-how e che magari per scelte scellerate o difficoltà di passaggio generazionale non riescono ad andare avanti. Ceramiche Noi deve rimanere un faro, la crescita dell’azienda è stata esponenziale, l’impresa ha generato effetti benefici sul territorio e migliorato la qualità sociale ed economica dei propri lavoratori".