Il Tribunale civile di Terni ha condannato la Cassa di risparmio di Orvieto a restituire 48mila euro ad un pensionato dell’orvietano che aveva acquistato azioni della Banca Popolare di Bari, a lui vendute dall’istituto di credito tra il 2012 ed il 2014. Il Tribunale ha sancito che al risparmiatore la Cassa di risparmio di Orvieto non avrebbe dovuto proporre titoli estremamente rischiosi come le azioni emesse dalla Popolare di Bari, non quotate in Borsa ed intrinsecamente a rischio di diventare non rimborsabili, poiché inadatte alle caratteristiche del risparmiatore stesso. La sentenza risolve i contratti di acquisto dei titoli e condanna Cro a restituire il controvalore pagato dall’investitore, mentre quest’ultimo restituirà le azioni alla banca e verrà rimborsato delle spese affrontate per il giudizio. Quello del pensionato è soltanto uno dei centinaia di casi di risparmiatori che hanno riportato consistenti perdite economiche collegate all’acquisto di azioni della Banca Popolare di Bari che all’epoca deteneva il pacchetto di controllo della Cassa di risparmio. Le azioni, successivamente svalutate, erano state infatti collocate sul mercato e vendute a molti clienti attraverso la rete delle filiali della Cassa orvietana.
"Accogliamo con grande soddisfazione questa sentenza, anche perché indicativa di un sempre più convinto ed uniforme orientamento da parte del Tribunale di Terni favorevole a chi ha investito i propri risparmi fidandosi di informazioni e rassicurazioni poi rivelatesi fallaci – commentano gli avvocati che hanno seguito il caso, Florido Fratini, Leonardo Di Russo, Annalisa Cannetto e Sante Zampolini – Sono stati necessari anni di studio, di testarda convinzione e determinazione da parte dei legali che compongono questo coordinamento per raggiungere finalmente risultati in grado di fare giustizia. Andiamo quindi avanti con sempre maggior fiducia ed altrettanta testardaggine verso il perseguimento del nostro obiettivo, cioè ricostruire correttamente una vicenda che ha causato danni per decine di milioni di euro al nostro territorio. Lo dobbiamo alle decine di persone disperate per aver perso tutti i propri risparmi che abbiamo accolto nei nostri studi e a cui abbiamo promesso tutto il nostro impegno, non soltanto professionale".
Cla.Lat.