
Azioni “svalutate“, azienda risarcita. Banca condannata dal Tribunale
Vicenda azioni ex Popolare di Bari: la Cassa di risparmio di Orvieto condannata a pagare il risarcimento a favore di un’azienda ternana. Con sentenza emessa l’8 luglio il Tribunale di Terni ha condannato la banca a restituire 104mila euro ad un’impresa del ternano in relazione all’acquisto di azioni della Banca Popolare di Bari, avvenuto con l’ultimo aumento di capitale del 2014, pochi anni prima del default di quest’ultima culminato con il suo commissariamento del dicembre 2019. Il Tribunale ha riconosciuto l’insufficienza delle informazioni sulla rischiosità dell’investimento fornite dalla banca orvietana all’amministratore dell’impresa acquirente e l’inadeguatezza del profilo di rischio dell’investitore rispetto al rischio intrinseco portato dalle azioni BpB, a rischio di illiquidità. Ha così risolto il contratto di acquisto dei titoli e disposto le conseguenti restituzioni: l’investitore restituirà le azioni alla Cro, mentre la Cro restituirà il controvalore pagato dall’investitore per le stesse e rimborserà le spese di giudizio. "Il Tribunale era stato interessato di un numero significativo di cause civili su questo argomento ed ha mostrato inizialmente, a nostro avviso, un approccio inadeguato, soprattutto opposto rispetto alla giurisprudenza degli altri Tribunali che si sono occupati della vicenda, nonché rispetto alla granitica giurisprudenza della Suprema Corte. Poi si è mostrato ondivago e con orientamenti differenti a seconda del giudice -spiegano gli avvocati che hanno promosso l’azione Florido Fratini, Leonardo Di Russo, Annalisa Cannetto, Sante Zampolini-. Oggi, grazie soprattutto alla nostra determinazione, il Tribunale sembrerebbe aver intrapreso un percorso giudiziale appropriato. Ci auguriamo dunque che questa pronuncia costituisca lo spartiacque definitivo verso la definizione corretta di un evento che ha causato danni al nostro territorio per 86 milioni".