ALESSANDRO ORFEI
Cronaca

Badante ucraina perde il figlio al fronte: "La sua morte almeno non sia vana"

La donna assiste un’anziana a Trevi. "Vogliamo la pace ma non possiamo perdere le nostre terre"

La mamma del giovane ucraino morto nella guerra con la Russia

La mamma del giovane ucraino morto nella guerra con la Russia

A tre anni dallo scoppio della guerra in Ucraina, delle tante vittime restano le testimonianze di chi, come Romina Kolydia, ha sopportato la morte di suo figlio al fronte. Lei è una donna che vive da 25 anni in Italia, oggi è a Trevi per assistere un’anziana. "La morte dei nostri figli? In guerra non deve essere vana, vogliamo un’Ucraina libera e democratica", dice all’Ansa con la voce rotta dall’emozione. È in Italia da 25 anni ma il suo cuore e la sua mente sono sempre rivolti al suo Paese, dilaniato dalla guerra divampata appunto il 24 febbraio del 2022.

"Sono passati tre anni da quando la Russia ha attaccato l’Ucraina – ricorda Kolydia – Da allora le nostre città sono state distrutte; scuole, ospedali, case bombardate. I bambini, gli anziani e le donne stanno soffrendo, e noi non possiamo permettere che tutto questo venga dimenticato". Il figlio, Volodymyr, era arrivato in Italia da giovane e vi aveva vissuto per dieci anni, prima di tornare in Patria. Arruolatosi nell’esercito ucraino, è stato inviato al fronte dopo soli due mesi di addestramento. "L’ho visto per l’ultima volta nel luglio scorso, quando sono andata a trovarlo nei luoghi in cui si esercitavano per la guerra", racconta ancora la madre. "Poi, il 2 agosto 2024 è stato mandato in battaglia e il 7 agosto mi hanno detto che era scomparso - aggiunge con le lacrime -. Solo il 5 ottobre hanno trovato il suo corpo, vicino a un compagno, a Donetsk, nella zona di Bakhmut".

Romina Kolydia parla con il peso di una perdita che accomuna molte madri ucraine. "Non soffro solo per mio figlio - sottolinea -, ma per tutti i ragazzi che sono morti. Solo chi ha perso un figlio può capire cosa significhi. Ogni giovane soldato ucraino che vedo mi ricorda Volodymyr - racconta tenendo in mano la foto del figlio -. Tutti noi cerchiamo di aiutare come possiamo, con medicinali, volontariato, supporto ai nostri ragazzi al fronte". "Noi vogliamo la pace - spiega ancora la donna -, ma non possiamo perdere i nostri territori. La Russia ha occupato terre che sono nostre e dobbiamo riconquistarle". Quando le si chiede se sia orgogliosa di suo figlio, Romina Kolydia risponde senza esitazione e con grande emozione: "Molto. Ma il dolore di averlo perso non si spegnerà mai. Ogni sua fotografia mi ricorda i momenti felici della sua vita, da bambino fino agli ultimi istanti"