La buona notizia arriva dalle cifre, con il numero di società e tesserati che è tornato a crescere sui livelli pre-covid. La notizia pessima è invece legata agli episodi di violenza che, ogni settimana, la fanno da padrone tra le decisioni del Giudice sportivo. É un Luigi Repace soddisfatto a metà quello che saluta il calcio umbro nella tradizionale conferenza di fine anno presso l’Auditorium del Cru. Prima del via il saluto al presidente uscente del Coni regionale Domenico Ignozza, compagno di tante battaglie, di qualche bella litigata, ma sempre al suo fianco nelle decisioni importanti. E viceversa. Repace si è poi soffermato sui numeri.
"Che ci lasciano ben sperare perché siamo tornati ai livelli pre-covid. Fino a qualche mese fa – ha sottolineato il presidente del Comitato Regionale Umbro – temevano che ormai non avremmo più recuperato le squadre perse a causa della pandemia. Invece, e di questo voglio ringraziare i nostri dirigenti, abbiamo nuove società. É tornata la voglia di fare calcio fra i dilettanti, quella voglia che io credo ci sia sempre stata ma che, le contingenze epidemiche, sembravano aver sopito. Invece i nostri dirigenti sono ripartiti ancora più forti e non smetterò mai di ringraziarli".
Uno sguardo poi anche al progetto "Il calcio va a scuola", fiore all’occhiello del Comitato, esempio di integrazione perfetta con le istituzioni scolastiche. La novità arriva poi dalle Rappresentative, riorganizzate sotto la supervisione di Mauro Cibotti. "Speriamo di cogliere belle soddisfazioni già al prossimo Torneo delle Regioni. In ogni caso l’intento è quello di ripartire con un progetto pluriennale".
Spazio poi alle note dolenti: "Non è possibile andare avanti così. Stiamo cercando di sensibilizzare le società con degli incontri ma facciamo fatica a cambiare una cultura che vede nell’arbitro il capro espiatorio di tutto quello che di negativo accade durante una partita. Non si può più andare avanti così. Non è ammissibile che vengano messe le mani addosso ai ragazzi che scendono in campo per arbitrare. Pensate se quell’arbitro o quell’assistente fosse vostro figlio. Qualcuno dirà che per me è facile avendo un figlio arbitro. Ma non è così. Gli arbitri sbagliano e sbaglieranno sempre. Lo fanno anche in serie A. Così facendo – ha concluso Repace - finiamo per allontanare chi vuole avvicinarsi al mondo arbitrale. E meno arbitri abbiamo e meno qualità possiamo pretendere. É questo che bisognerebbe capire e mi auguro che il nuovo anno ci faccia fare un salto in avanti in questo senso. Sarebbe veramente il regalo più bello".