REDAZIONE UMBRIA

"Basta morti sul lavoro". La mobilitazione regionale è un grido contro la strage

Presìdi di Cgil e Uil davanti alle Prefetture di Perugia e Terni. "Da anni siamo maglia nera per vittime e infortuni". La sicurezza diventi un impegno collettivo.

"Basta morti sul lavoro". La mobilitazione regionale è un grido contro la strage

Anche l’Umbria si è mobilitata in occasione dello sciopero generale proclamato da Cgil e Uil per dire "Basta morti sul lavoro" dopo la tragedia di martedì nel Bolognese. Lo ha fatto con presì davanti alle Prefetture di Perugia e Terni. Nella regione il maggior numero di incidenti - spiegano i sindacati - si registrano nell’edilizia. "Purtroppo siamo da anni maglia nera per le morti e gli infortuni sul lavoro" ha detto la segretaria umbra della Cgil Maria Rita Paggio. "Siamo in piazza davanti alle prefetture per uno sciopero generale programmato prima dell’ultima tragedia e siamo qui perché la sicurezza sul lavoro deve essere un impegno collettivo della comunità oltre che del sistema delle imprese che devono investire in questo ambito. Anche il rinnovo del codice degli appalti ha peggiorato le condizioni perché quelli a cascata sono un elemento chiave di insicurezza. Ma c’è un tema più grande che è quello dei controlli perché non ci sono investimenti a sufficienza per avere personale a disposizione delle Usl e degli ispettorati sul lavoro. Serve formazione e che vengano premiate le imprese che investono in sicurezza".

Due delegazioni dei sindacati sono state ricevute dal prefetto di Perugia, Armando Gradone, e dal capo gabinetto del prefetto di Terni, Luca Iervolino. Sono stati consegnati loro i punti della piattaforma sindacale, a partire dalle richieste su salute e sicurezza: superare il subappalto a cascata, rafforzare le attività di vigilanza e prevenzione, diritto alla formazione continua per tutte le lavoratrici e i lavoratori, una vera patente a punti che blocchi le attività alle imprese che non rispettano le norme di sicurezza. Ma lo sciopero di Cgil e Uil ha voluto richiamare l’attenzione anche sull’ingiustizia fiscale che caratterizza il nostro Paese: "Lavoratori dipendenti e pensionati pagano oltre il 90% del gettito Irpef - hanno rimarcato nei loro interventi i segretari generali di Cgil e Uil dell’Umbria, Paggio a Perugia e Maurizio Molinari a Terni - mentre intere categorie economiche continuano a non pagare fino al 70% delle imposte dovute".