
Una vera e propria "conversione missionaria della Chiesa locale", in armonia con il "cammino sinodale" che quella italiana è chiamata a compiere fino al 2025, è quanto propone il vescovo Luciano Paolucci Bedini al termine dell’Assemblea pastorale diocesana, conclusa con la solenne celebrazione in cattedrale per ricordare la dedicazione ai santi Mariano e Giacomo. Il sessantesimo successore di S.Ubaldo, nella due giorni svoltasi nella sala convegni del convento di San Francesco, ha formulato in merito proposte concrete per le parrocchie, sottoponendole all’attenzione e al discernimento dei sacerdoti, dei religiosi, degli operatori laici, dei fedeli delle comunità diocesane per una riforma piena e vera dei cammini di fede e di organizzazione pastorale.
Un percorso da condividere tra tutti i battezzati per plasmare anche a Gubbio una Chiesa "in uscita" e con "le porte aperte", chiamata a sperimentare una nuova fraternità, il ritorno alla scuola del Vangelo, l’esercizio della carità di fronte alle povertà di oggi, il recupero dell’importanza della domenica come sorgente della vita cristiana, la famiglia al centro dell’azione pastorale, l’alleanza tra sposi e sacerdoti, l’educazione dei giovani all’amore e al lavoro, il cammino di iniziazione alla vita cristiana, la catechesi per i più piccoli e per gli adulti, l’organizzazione degli oratori, l’accompagnamento dei fidanzati e delle coppie giovani e tanto altro ancora. In mezzo c’è la quotidianità delle persone "chiamate a scelte di fede mature e consapevoli", tra cui il cammino di preparazione dei fidanzati al matrimonio che secondo il vescovo Luciano "necessita di un gruppo di coppie che camminano insieme", non di corsi brevi e privati. Per l’iniziazione cristiana e l’accesso ai sacramenti il successore di S.Ubaldo propone una celebrazione unitaria in cattedrale con il vescovo e i parroci, nel tempo liturgico più adatto, individuato in quello "appena dopo la Pasqua".
Sulla base delle difficoltà che "le famiglie sempre più spesso vivono nella comprensione dell’identità e della missione della figura del padrino e della madrina" nella loro "scelta al momento del battesimo e della confermazione dei figli", ha proposto all’assemblea "di valutare la sospensione di questa figura - non obbligatoria secondo la Chiesa - per il prossimo triennio, come già accade in altre diocesi, anche in Umbria". Una scelta che il Vescovo prenderà nelle prossime settimane dopo aver consultato il consiglio presbiterale e gli organismi pastorali diocesani.
g.b.