Chiuse le indagini sui presunti maltrattamenti subiti da un bambino di nazionalità nigeriana che, il 15 maggio del 2022, arrivò al Santa Maria della Misericordia in fin di vita. La Procura della Repubblica ha notificato la conclusione dell’attività investigativa ai tre indagati, ovvero la madre del piccolo - che all’epoca aveva un anno - e i due connazionali che di fatto si sarebbero occupati del bambino. Secondo l’accusa, la madre sarebbe responsabile di aver sottoposto, anche anche per futili motivi "a violenze e sofferenze fisiche e psicologiche, ingiustificabili con presunte finalità educative, procurandogli anche plurime lesioni". Tra gli episodi contestati, la pretesa che il piccolo camminasse da solo nonostante fosse prematuro, alcune ustioni alle manine, una sospetta caduta avvenuta durante il gioco in conseguenza della quale, il bambino aveva riportato la frattura dell’omero. Alla madre, inoltre, viene contestato di aver abbandonato il figlio "adottando condotte contrarie agli obblighi di cura, custodia e protezione del minore". I due affidatari di fatto, invece, sempre secondo l’accusa, avrebbero abbandonato a se stesso il piccolo, invece di accudirlo quando sarebbe stato affidato loro. Cadendo, il bambino aveva riportato gravi lesioni traumatiche, ricevendo, sempre per l’accusa, cure inadeguate. Gli indagati sono difesi dagli avvocati Donatella Panzarola e Vincenzo Bochicchio. Il piccolo è assistito dal tutore legale, l’avvocato Alessia Minniti.
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