REDAZIONE UMBRIA

Finte cure a bimbo malato di tumore, "truffati i genitori". Tre finti medici ai “domiciliari“

Sono accusati di sostituzione di persona, esercizio abusivo e lesioni. Tra loro una ternana di 39 anni

Tutti e tre, di Bologna, Ferrara e Terni, sono ai domiciliari (. foto d’archivio

Tutti e tre, di Bologna, Ferrara e Terni, sono ai domiciliari (. foto d’archivio

Terni, 13 settembre 2024 – Avrebbero convinto i genitori di un bimbo di due anni malato di tumore ad abbandonare la medicina tradizionale per affidarsi a una misteriosa e salvifica terapia alternativa, effettuata a distanza mediante un macchinario "Scio" localizzato negli Stati Uniti.

Un macchinario dai superpoteri - l’utilizzo dei campi magnetici e della fisica quantistica - sconosciuto al ministero della Salute, ma che a loro dire avrebbe fatto miracoli. Peccato che i protagonisti della vicenda - tutti arrestati - non fossero manco medici. Il caso coinvolge anche l’Umbria. Si parla infatti di Sara Duè, 40enne di Bologna,di Yuri Tassinari, 46enne di Ferrara e della ternana Flavia Piccioni, 39enne. Il trio nelle scorse ore è finito ai domiciliari nell’ambito di un’inchiesta condotta dalla pm Benedetta Callea, la quale contesta a vario titolo i reati di tentata estorsione, sostituzione di persona, esercizio abusivo della professione, truffa e lesioni. A dare avvio all’indagine erano stati proprio la mamma e il papà del piccolo, che dopo avere sottoposto il figlio al trattamento alternativo dal giugno al novembre 2023 pagando 1650 euro e, fatta eccezione per un momento iniziale, non notando alcun miglioramento - ma semmai un peggioramento - avevano mangiato la foglia e denunciato i sedicenti medici ai carabinieri della compagnia di Breno.

"Dopo il terzo trattamento c’era stato assicurato che il tumore era in fase di disgregazione" avevano raccontato ai militari quei genitori disperati. A tal punto da essersi convinti a sperimentare quel nuovo trattamento pubblicizzato su Facebook, segnalato da una conoscente, e a lasciare le cure oncologiche cui il figlio era sottoposto presso il Civile di Brescia e l’ospedale di Padova.

Stando al gip Federica Brugnara chat e messaggi attestano che i tre arrestati avevano effettuato una massiccia opera di convincimento nei confronti della famiglia piegata dal dolore, pronta a fare qualunque cosa per salvare il bambino, approfittandosi dell’insofferenza che quei genitori avevano iniziato a manifestare nei confronti del personale medico e sanitario a fronte dell’esito negativo delle cure. Una scelta, quella dell’abbandono delle terapie mediche tradizionale, sfociata pure in una segnalazione al Tribunale dei minori, che poi ha valutato la situazione, compreso la ragione sottesa a tale cambio di rotta e ha archiviato il procedimento. Il caso finì anche alla trasmissione TV Striscia la Notizia. E per indurre la famiglia a ritrattare le accuse, una delle arrestate - Duè - per la procura avrebbe preteso 10mila euro e proferito minacce.