Flop della destra “bandecchiana“. Non c’è rappresentante del centrosinistra che, dopo la vittoria in Umbria, non lanci una frecciata a Stefano Bandecchi, sindaco dI Terni e leader di Alternativa popolare, neoalleato di un centrodestra sconfitto alle urne, peraltro sempre più disertate. "Questa è la vittoria di chi non si è fatto sopraffare dall’arroganza verbale, da metodi scorretti, da chi sputa in faccia ai cittadini", afferma la neogovernatrice Stefania Proietti, ricordando uno dei tanti, deprecabili episodi che hanno visto Bandecchi protagonista nel ruolo di primo cittadino di Terni. Non è un mistero che fu proprio l’elettorato di centrosinistra a premiarlo, un anno e mezzo fa, nel ballottaggio per la corsa a sindaco con l’alfiere di FdI, Orlando Masselli (che ha lasciato il partito, che lui stesso aveva contribuito a fondare, alla notizia del patto romano e perugino con Ap). Ma sembrano passati secoli. Bandecchi, alla ribalta delle cronache per liti, sparate social e piazzate varie, non ci ha pensato due volte a tendere la mano a FdI per l’accordo “nazionale“. Un colpo di mano che ha spazzato via tensioni, esposti reciproci con gli stessi “meloniani“ locali .
Risultato: a Terni molti elettori del centrodestra non hanno votato. Il “re“ insomma è “nudo“, anche se Bandecchi, con la consueta mitezza, rilancia: " Con me candidato presidente della Regione avremmo vinto, senza dubbio. Parliamo di un leader contro acqua fresca". Sarà. Intanto a Terni il centrodestra si lecca le ferite della debacle elettorale. Con 97 sezioni scrutinate su 129, il Pd è il primo partito con oltre il 31%, FdI non arriva al 19. Però almeno a Terni Ap è la seconda forza del centrodestra, con oltre l’11%, il doppio di Fi, e la terza in assoluto. In Umbria (650 sezioni su mille) le cose vanno diversamente: Ap si aggira sul 2,4%. "Posso dire con orgoglio che abbiamo portato anche più di quanto fosse prevedibile. Abbiamo fatto la nostra parte. Non abbiamo perso noi", aggiunge Bandecchi. Contento lui.
Stefano Cinaglia