’Brilla’ un regista folignate. Tommaso Muzzi viene premiato a Taiwan

Docufilm sui cacciatori indigeni gli fa vincere il “Golden Bell Awards“ "Da italiano ho un punto di vista diverso. I giovani non seguano le mode".

Un folignate sul tetto della cinematografia di Taiwan. Tommaso Muzzi, regista, residente da anni a Taiwan ha vinto il “Golden Bell Awards“ per “Ndaan Mpmaduk“, film-documentario sulla cultura dei cacciatori indigeni nelle montagne taiwanesi. "Eravamo in concorso in tre categorie - spiega – : regia, montaggio e ambientazione sonora e abbiamo vinto quest’ultima dove il contributo musicale è stato curato da Dongyi Lee, artista coreano, e Filippo Ciccioli, musicista di Foligno". Il film è patrocinato dalla Titv (Taiwan Indigenous Television) e ha già raccolto diversi premi. "E’ un grande risultato – continua -, il Golden Bell Awards sono gli Emmy della televisione taiwanese, potevamo ambire all’en plein nelle categiorie. Sono contento, è stato un lavoro che mi ha dato molto in umanità e crescita personale". Come ti trovi a Taiwan e quando sei arrivato? "A fine 2009 tramite un workshop di arte contemporanea per poi restare tutto il 2010. Solo nel 2015 ho deciso di fermarmi stabilmente. Mi trovo molto bene ora, ho imparato ad abituarmi al luogo, ma all’inizio non è stato facile, sia per la barriera linguistica che per la grande diversità culturale. Tuttora rimangono aspetti che considero ’non negoziabili’, come il cibo". Pensi mai di tornare in Italia con la tua famiglia? "Lo spero tutti i giorni perché è il posto più bello del mondo. Purtroppo non è stato possibile sviluppare la mia professione come avrei voluto nel luogo dove sono nato e le circostanze della vita mi hanno portato qui, dove forse anche grazie alla mia diversità e alla mia italianità, dal punto di vista culturale, riesco a dare un punto di vista sulle cose assai più originale rispetto alla maggior parte dei cineasti locali. Credo che l’estetica che noi italiani abbiamo innata sia una ricchezza che non ha pari al mondo". Un consiglio per i giovani che vorrebbero fare il tuo lavoro? "Posso solo consigliare loro di ’fare gli italiani’, evitare di sguire le mode e creare con un linguaggio personale. Se riusciamo a trasmettere questa visione, adattandola a situazioni anche lontane e diverse, come è stato il mio caso, credo che sia impossibile non avere successo: il genio italico non è una speculazione ma un dato di fatto".

Alessandro Orfei