Perugia, 21 dicembre 2022 - Il buco della Sanità in Umbria viene confermato in 200 milioni. "Le aziende territoriali si trovano in difficoltà e rappresentano il 70% del disavanzo: l’Asl 1 ha un disavanzo di 80 milioni, l’Asl 2 di oltre 60 mentre l’azienda ospedaliera di Perugia pari a circa 40 milioni e quella di Terni ha un disavanzo di oltre 20 milioni. Ma questi dati non sono definitivi, lo saranno quelli del quarto trimestre 2022 e del bilancio di esercizio con le relative partite di chiusura".
A riassumere il quadro è stato l’assessore regionale alla Sanità, Luca Coletto, che ha risposto a un’interrogazione del consigliere del Pd, Michele Bettarelli. "Il 2022 ha mostrato subito problematiche di sostenibilità nazionale dei servizi sanitari – ha spiegato Coletto -. Il livello di finanziamento nazionale non ha permesso di coprire i costi legati alla pandemia e alla crescita dei costi energetici".
Anche la presidente Donatella Tesei ha tenuto a precisare alcuni aspetti sulla sanità: "La pandemia è finita per decreto ma nei nostri ospedali ci sono 200 ricoverati – ha detto -. Gestire il Covid dentro gli ospedali significa riservare posti e personale, spendere di più e ridurre gli spazi per gli altri malati" Non si può dimenticare cosa è successo in questi tre anni - ha detto Tesei - e le responsabilità precedenti. L’Umbria è stata considerata una delle Regioni migliori per la gestione della pandemia e del Piano vaccinale. Abbiamo dovuto fare scelte dure, ci siamo assunti responsabilità: l’ospedale di Spoleto, prima della pandemia, aveva numeri impietosi. Il terzo polo Foligno-Spoleto è l’unico modo di ridare dignità a quella struttura. Rispetto al deficit – ha aggiunto la governatrice -: c’era un disavanzo strutturale già prima del Covid, ripianato con poste straordinarie. Anche l’assessore dell’Emilia Romagna ad esempio ha comunicato al Governo che alle sanità regionali mancavano oltre 4 miliardi di euro. E ancora mancavano i costi della crisi energetica. Il presidente della Toscana lamenta un disavanzo di 500 milioni. Non è stato raggiunto un accordo sul riparto del fondo nazionale tra le Regioni perché la dotazione finanziaria non è sufficiente. Sono consapevole - ha concluso Tesei - che ci sono molte cose da fare e le faremo".