
Daniela Donetti, direttrice della Direzione Salute e Welfare di Palazzo Donini
PERUGIA - Oggi va in scena il primo confronto a Roma tra Regione e Ministero Economia e Finanze per capire davvero quale potrebbe essere l’entità della manovra fiscale che andrà a pesare sulle tasche di famiglie e imprese umbre. Nella Capitale, infatti, è prevista una riunione tecnica, durante la quale Daniela Donetti, direttrice della Direzione Salute e Welfare di Palazzo Donini, esporrà la situazione dei conti della Sanità regionale e le misure per poter coprire quello sbilancio che secondo la Giunta regionale ammonta a 90 milioni di euro. Quali sono i margini per poter ridurre quella cifra? La proposta degli Uffici regionali sarà quella chiedere una rateizzazione del famigerato ‘Fondo di dotazione’, risorse dello Stato patrimoniale delle quattro Aziende della sanità regionale, a cui negli anni si è attinto per coprire i diversi sbilanci e che adesso è praticamente svuotato. La Corte dei Conti dell’Umbria (così come il Mef) ha chiesto di ricostituirlo per una cifra complessiva di 39 milioni che fanno parte di quei 90 di rosso certificati dalla società Kpmg. L’Umbria però chiederà di rimpinguare il Fondo di dotazione non in una rata secca già quest’anno, ma di diluire quei 39 milioni in due o ancor meglio, in tre anni. Se le rate fossero due, i 90 milioni da assicurare si ridurrebbero a 70,5, per quest’anno, nel caso di tre rate addirittura a 64 milioni. E questo naturalmente consentirebbe alla Giunta di alleggerire il peso degli aumenti dell’addizionale Irpef. In verità la società ingaggiata dalla Giunta ha scritto nel suo report che al risultato economico negativo per il 2024 di 90 milioni di euro vanno sottratti 23 milioni di euro di payback farmaceutico e 33 milioni di euro di premialità già accantonate ottenute dall’Umbria sul Fondo nazionale. Quindi il disavanzo sarebbe di 34 milioni di euro. I dubbi che qui solleva la maggioranza è che questi sarebbero fondi ‘occasionali’, mentre la Sanità ha bisogno di risorse strutturali, ossia che ci siano sempre. Dal canto suo il centrodestra sostiene poi che se si considerasse pure il payback dei dispositivi medici (altri 48 milioni), il bilancio sarebbe in attivo di 14 milioni.