
Manovra economico finanziaria: la concertazione con i sindacati
Martedì potremo capire meglio se la manovra della Regione da 90 milioni potrà essere alleggerita. E se l’aumento delle imposte potrà essere più snello rispetto a quento contenuto nella proposta di Giunta che già ieri è arrivata in Commissione bilancio e che il Consiglio vorrebbe licenziare prima possibile. Il 1° aprile è la data fissata per l’incontro a Roma tra la Regione e il Ministero dell’Economia e Finanze. Palazzo Donini vuol presentari con la manovra pronta da 90 milioni per evitare il commissariamento (che farebbe aumentare le tasse fino a 123 milioni). Ma la speranza è che possa esserci un contenimento della pressione fiscale. E tutto dipenderà dalle comunicazioni che arriveranno proprio dai funzionari del Mef. Sul tavolo c’è la mancata riclassificazione e copertura del Fondi di dotazione che pesa per 39 milioni in tre anni sulla casse della Regione. Se questo verrà rateizzato e ‘spalmato’ in due o tre tranche, ecco che la manovra potrebbe alleggerirsi di alcune decine di milioni. E a beneficiarne saranno prima di tutto i lavoratori con i redditi più bassi. Il tutto dovrà essere chiuso nel giro di due settimane proprio perché si possa agire già nel 2025. Quella dei tempi è un’altra partita delicata: la Regione auspica che il Piano di rientro venga approvato rapidamente dal Mef proprio per evitare più pesanti conseguenze. E la Giunta ieri ha incontrato Cgil-Cisl-Uil per avviare la concertazione sulla proposta di manovra. Durante la riunione la presidente Stefania Proietti, con il vicepresidente Tommaso Bori con delega al bilancio e gli assessori Fabio Barcaioli e Thomas De Luca, hanno ribadito che "si tratta di una proposta indispensabile e aperta per evitare il commissariamento ad acta e lo scatto del massimo delle aliquote fiscali che finirebbe per penalizzare la crescita economica e sociale dell’Umbria". La presidente ha spiegato che "le difficoltà finanziarie dovute ad un ‘buco’ di bilancio sulla sanità di 90 milioni sono aggravate dal taglio di 40 milioni in tre anni delle risorse del governo all’Umbria". Presidente e giunta sono già al lavoro per trovare margini d’azione che riducano l’impatto della manovra per le fasce di popolazione con i redditi più bassi. Se la sanità fosse commissariata per la prima volta nella storia dell’Umbria sarebbero penalizzate le fasce più deboli e sarebbero messi a rischio i servizi essenziali, come il diritto alle cure e i trasporti, e anche tutti quei progetti finanziati con i fondi comunitari che prevedono il cofinanziamento della Regione e molti di questi sono progetti sociali". La partecipazione con i sindacati proseguirà e l’atto sarà condiviso con le associazioni economiche e delle professioni e all’Anci. "Dobbiamo arrivare - ha concluso la presidente - a un patto auspicabilmente condiviso per salvare l’Umbria dal commissariamento e non subire imposizioni fiscali che sarebbero distruttive".