Bulli del parco individuati e denunciati, dunque situazione sotto controllo, ma il dubbio che certe situazioni possano ripresentarsi è ancora fonte di ansia tra le famiglie dei sei studenti dell’Alessi, rapinati al Chico Mendez mentre aspettavano il minimetrò.
Così, in accordo con il dirigente del Liceo, alcune mamme si sono fatte portavoce di questa preoccupazione con Libertas Margot, l’associazione nata principalmente con l’obiettivo di contrastare la violenza di genere, ma che si occupa anche di prevenire il bullismo e il cyberbullismo nelle scuole.
"Posso confermare - racconta il presidente Massimo Pici, formatore ed ex poliziotto con esperienza ormai collaudata in materia – che una mamma di uno dei minorenni aggrediti al parco, ha chiesto l’intervento dei nostri volontari a scuola per spiegare ai ragazzi come difendersi da certi episodi. Noi siamo pronti a renderci utili, con uno o più incontri a seconda della necessità e delle disposizioni del preside, come è nostra abitudine".
Dunque quali consigli dare in questi casi?
"Prima di tutto noi non insegniamo a picchiare, ma a difenderci senza necessariamente l’uso delle mani".
Come proteggersi allora?
"Con il tono della voce, con la giusta distanza e con lo sguardo. Mai guardare l’aggressore dritto negli occhi, perché significa sfidarlo, ma nemmeno guardare per terra perché indica sottomissione, piuttosto teniamo sotto controllo spalle e braccia. Sappiate anche che è utile alzare le mani come “paraurti“, controproducente mostrare i pugni. Se potete scappare, fatelo senza esitare. Raccomandiamo anche di chiedere aiuto e di non vergognarsi: forze dell’ordine o passanti sono sempre un valido deterrente contro i malintenzionati".