
"Burocrazia? Peggio del terremoto". Il vescovo sollecita la ricostruzione
"Ma questa ricostruzione la volete davvero?", è la domanda che pone spesso il vescovo dell’Arcidiocesi Spoleto-Norcia, Renato Boccardo, ad oltre sette anni dalle scosse di terremoto che oltre alle abitazioni civili hanno danneggiato numerose chiese e luoghi di culto in tutta l’area diocesana. Nel nursino gli immobili danneggiati da restaurare sono ben 22, mentre quelli nel territorio spoletino sono 14, ma in quasi tutti i casi i lavori non sono ancora iniziati e sono fermi o negli uffici della Sovrintendenza o negli uffici speciali per la ricostruzione. Burocrazia? Il vescovo spiega che i tempi lenti dipendono prevalentemente dalla carenza di personale sia alla Sovraintendenza sia negli uffici speciali per la ricostruzione, poi però sdrammatizza: "La burocrazia è più dannosa del terremoto. Non domandiamo di essere esentati dal rispetto delle leggi, chiediamo solo un po’ di elasticità salvaguardando comunque trasparenza e legalità". A proposito di elasticità il vescovo cita tre casi che rendono bene l’idea della situazione. Per il recupero di un immobile danneggiato il progetto prevede la ricostruzione con 50 centimetri in più rispetto all’originale e si è dovuto procedere apportando delle modifiche. Per il recupero di un solaio invece erano state previste travi in ferro, ma la Sovrintendenza ha preferito il legno con relativo aggravio dei costi. In un terzo caso alcune osservazioni sono state sollevate a proposito di un edificio dove è previsto un ascensore. Non solo Sovrintendenza e ufficio speciale per la ricostruzione, ma anche i Comuni fanno la loro parte anche se tutti i progetti sono già finanziati. Da questo punto di vista il Vescovo loda l’operato sia del commissario Legnini, sia di Castelli che si sono fortemente impegnati per accelerare i tempi. Nell’incontro con la stampa Boccardo ha toccato anche altri importanti argomenti riguardanti il territorio di Spoleto, come ad esempio quello della sanità tanto caro in questo momento al mondo della politica. L’arcivescovo non entra in merito al progetto “terzo polo ospedaliero“ ma invita comune e regione a dialogare per il bene dei cittadini. Altro importante tema affrontato è quello del riassetto delle parrocchie trasformate in pievanie. "L’accorpamento delle parrocchie è stato quasi obbligato– ha spiegato monsignor Boccardo -, i sacerdoti sono sempre meno e sempre più anziani, ma sono in calo anche le persone che frequentano la chiesa".
Daniele Minni